
Una nuova ondata di volatilità sui mercati; l’inflazione statunitense rallenta
- 17 Marzo 2025 (3 min di lettura)
Fatti salienti
La scorsa settimana i mercati sono stati investiti da un’ulteriore ondata di volatilità dopo che il presidente americano Donald Trump ha rifiutato di escludere la possibilità di una recessione in seguito alle sue politiche. Lunedì 10 marzo l’indice S&P 500 delle blue-chip statunitensi è diminuito del 2,7% circa e il Nasdaq, a forte trazione tecnologica, ha ceduto il 4%. Dal loro canto, le azioni europee e asiatiche hanno perso terreno, ma sono sfuggite alle peggiori turbolenze. La nuova guerra commerciale ha continuato a intensificarsi, con gli Stati Uniti che hanno minacciato ulteriori dazi, provocando misure di ritorsione. Nel corso della settimana, fino alla chiusura di giovedì, l’indice MSCI World è calato del 3,5%, mentre il listino S&P 500 ha abbandonato il 3,7%.*
* In dollari USA. Fonte: FactSet, dati al 13 marzo 2025
Notizie dal mondo
L’inflazione annuale negli Stati Uniti è diminuita più del previsto, passando dal 3,0% di gennaio al 2,8% di febbraio. Le cifre sono state accolte con favore dai mercati, sullo sfondo di timori per il potenziale impatto inflazionistico dei dazi commerciali introdotti dalla nuova amministrazione americana. L’inflazione core, dalla quale sono esclusi i prezzi più volatili di generi alimentari ed energia, è scesa dal 3,3% al 3,1%, un minimo da circa quattro anni. I dati più contenuti potrebbero indurre la Federal Reserve (Fed) a riprendere il ciclo ribassista, sebbene le componenti che confluiscono nella metrica preferita dell’istituto per l’inflazione si siano in realtà dimostrate più solide. Riteniamo che la Fed resterà in attesa sino alla fine dell’anno, per poi tagliare i tassi al 3,50% nel 2026. Altrove, la Banca del Canada ha abbassato il tasso di riferimento di 25 punti base al 2,75%, il settimo taglio consecutivo.
Il numero sotto i riflettori: 2,2%
Nel quarto trimestre (T4) l’economia giapponese è cresciuta del 2,2% su base annua, un ritmo più lento rispetto al 2,8% inizialmente segnalato, ma in miglioramento rispetto al +1,4% del T3. La cifra è stata rivista al ribasso sulla scia di un calo dei consumi, che si è riflesso in una spesa delle famiglie inferiore alle aspettative, comunicata separatamente la scorsa settimana. Si tratta per il Paese del terzo trimestre consecutivo di espansione, trainata da una ripresa degli investimenti. Alla riunione di politica monetaria di questa settimana la Banca del Giappone (BoJ) dovrebbe mantenere invariati i tassi d’interesse, alla luce di una crescita più debole e delle persistenti incertezze sui dazi americani.
La parola della settimana:
Colpo di frusta climatico: rapidi mutamenti tra meteo molto umido e molto secco, con siccità e inondazioni sempre più intense. In un nuovo rapporto per l’organizzazione senza fini di lucro WaterAid, attiva nel campo dell’acqua potabile, sono state analizzate 112 città in tutto il mondo e il 15% di esse è interessato dal colpo di frusta climatico, con il moltiplicarsi di periodi sia estremamente umidi sia estremamente secchi. In oltre il 20% dei casi si è assistito a un’inversione delle condizioni climatiche estreme: aree storicamente piovose sono ora afflitte dalla siccità, mentre regioni tipicamente aride sono alle prese con inondazioni. Secondo il rapporto, inoltre, le città colpite dagli effetti più gravi del cambiamento climatico sono spesso quelle con le popolazioni socialmente più vulnerabili.
Prossimamente
Per buona parte della prossima settimana le banche centrali domineranno verosimilmente la scena; mercoledì la BoJ e la Fed terranno le rispettive riunioni di politica monetaria, mentre la Banca d’Inghilterra delibererà giovedì sui tassi d’interesse. Quanto agli aggiornamenti economici, martedì sarà pubblicato il più recente indice ZEW Economic Sentiment per l’eurozona, che misura le attese sulle prospettive economiche semestrali della regione. Lo stesso giorno il Canada svelerà il suo ultimo tasso di inflazione. Infine, venerdì il Giappone comunicherà le proprie statistiche sull’inflazione.
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