ChatGPT in classe: come cambierà la scuola?
Inizialmente i prodotti d’intelligenza artificiale come ChatGPT venivano guardati con sospetto dagli insegnanti, in quanto potenzialmente utilizzabili dagli studenti per imbrogliare, facendo i compiti al posto loro. Ora sembra che qualcuno stia pensando di farli entrare nelle classi americane. L’ingresso degli algoritmi in molte professioni sta già avvenendo. Cerchiamo di capirne di più.
Per anni siamo stati convinti che la robotizzazione avrebbe sostituito solo i lavori manuali ripetitivi: cassiere, receptionist, trasportatori, magazzinieri, operai alla catena di montaggio e così via. Poi è arrivato qualcosa che ha cambiato le carte in tavola. L’intelligenza artificiale generativa, o Generative AI. Ciò a cui stiamo assistendo oggi è l’ingresso degli algoritmi nelle professioni tecnico-creative: designer, artisti, giornalisti, programmatori, photo editor, videomaker. Territori fino a ieri riservati agli umani.
Ora si parla addirittura di utilizzare l’intelligenza artificiale generativa nelle scuole. OpenAI – la società che ha sviluppato ChatGPT – ha fatto sapere che sta esplorando il modo di introdurre ChatGPT nelle classi. In una conferenza a San Francisco, un rappresentante dell’azienda ha dichiarato che si stanno studiando soluzioni sulle possibili applicazioni della tecnologia al sistema educativo.
Da parte del produttore c’è indubbiamente il desiderio di mettere le mani su un settore lucrativo: la spesa per l’istruzione globale potrebbe raggiungere i $10 trilioni entro il 2030, secondo stime dell’australiana azienda di ricerca HolonIQ. Ma è pur vero che il chatbot, che è subito diventato una delle applicazioni a più rapida crescita al mondo, con più di 180 milioni di utenti globali, è già stato provato dagli studenti e potenzialmente può essere usato per imbrogliare gli insegnanti, a cominciare dalla redazione di contenuti. L’applicazione infatti è in grado addirittura di scrivere un intero romanzo.
Si tratterebbe dunque di trovare il modo di usarlo in modo controllato da chi insegna. Secondo un ex dipendente di OpenAI, ci sarebbero molti modi di utilizzare ChatGPT a scuola. Per gli studenti, può fare da tutor e può creare contenuti a seconda degli stili d’apprendimento. Per gli insegnanti, può aiutare nella redazione dei programmi scolastici o essere un aiuto nel lavoro in classe.
Che cos’è l’AI Generativa?
L’intelligenza artificiale generativa è costituita da un insieme di tecnologie “deep learning” in grado di utilizzare contenuti esistenti per crearne di nuovi: audio, video, immagini, testo, codice e così via. Il sistema GPT-3, sul quale è nato ChatGPT, è stato addestrato con 45 terabyte di testo, che rappresentano le fonti del chatbot nell’elaborazione dei suoi contenuti. ChatGPT può generare testi, poesie e canzoni che non sono originali, ma rappresentano la rielaborazione di milioni di fonti. Idem per DALL-E, che può produrre immagini iper-realistiche “pescando” in un database con 650 milioni di foto e “fondendole” con la tecnica diffusion model.
I numeri di ChatGPT
Stando agli ultimi dati disponibili, ChatGPT ha attualmente circa 180,5 milioni di utenti globali. Nel mese di ottobre, l’anno scorso, il sito ha registrato 1,7 miliardi di visitatori. E nel 2028 il chatbot di OpenAI (che appartiene per il 49% alla Microsoft) potrebbe vantare un giro d’affari di $39 miliardi di fatturato, secondo stime di S&P Global Market Intelligence.
Fonti: OpenAI, Reuters 2023
Quale uso se ne fa?
Da quando è stato messo sul mercato, gli utenti lo hanno utilizzato per svolgere diversi compiti, dalla scrittura di e-mail al miglioramento del curriculum fino alla creazione di un business. Inoltre, la tecnologia si è evoluta: un anno fa esisteva solo una versione gratuita di ChatGPT mentre oggi c’è anche ChatGPT Plus, versione a pagamento che fornisce un chatbot AI più aggiornato.
L’AI generativa è destinata a cambiare in grande stile la nostra vita personale e lavorativa. In azienda può ottimizzare processi e prodotti, analizzare i big data, migliorare la customer experience, personalizzare ulteriormente marketing e advertisement (cosa che già avviene da tempo). Rappresenterà insomma una “spalla” robotica che dovrebbe aiutarci nel lavoro quotidiano: scrivere e mandare mail, creare presentazioni o nuovi prodotti, effettuare una prima scrematura nella selezione di candidati per un posto di lavoro, mettere a punto farmaci, etc. E ridurre i costi, magari assieme agli orari di lavoro, degli umani.
Un successo rapido
Il trionfo del chatbot di OpenAI rappresenta solo la punta dell’iceberg di una tecnologia davvero rivoluzionaria, come ha chiarito lo stesso Bill Gates: qualcosa di simile per portata innovativa al Pc, a internet o agli smartphone. Il suo iniziale successo è stato sorprendente per la rapidità. In appena cinque giorni, ChatGPT ha superato il milione di user, surclassando i passati record di crescita verticale dei social (anche quelli nuovi come TikTok).
Fonte: Statista, 2022
AI e i colossi della Silicon Valley
Anche Big Tech si è lanciata nella nuova corsa all’oro. Microsoft brilla per attivismo: oltre a staccare assegni multimiliardari per le migliori startup, schiera in attacco il vecchio guru Bill Gates, che sempre più spesso si concede un po’ di ferie dalla filantropia per occuparsi di progetti AI. Vista la situazione, Google ha richiamato in servizio i fondatori Larry Page e Sergey Brin (secondo diversi analisti l’AI generativa potrebbe rubare una bella fetta di mercato ai motori di ricerca). Ma c’è anche Amazon, che segue con interesse l’image generation di Stability, mentre Hugging Face (valutata due miliardi) fornisce tools per Meta e Intel. Di recente Google ha poi annunciato lo sbarco dell'intelligenza artificiale generativa nei prodotti dell’ambiente Workspace, da Search a Maps, da Gmail a Docs.
Quali sono i rischi dell’AI generativa?
Ma attenzione, perché la potenza di fuoco dell’intelligenza artificiale ha ovviamente il suo rovescio della medaglia. I temi scottanti sul piano etico e sociale non mancano. In Italia il Garante della Privacy ha bloccato ChatGPT per raccolta illecita di informazioni personali e assenza di sistemi per la verifica dell’età dei minori. Poi c’è il problema della violazione del diritto d’autore, con Getty Images che ha denunciato Stability per utilizzo illegittimo di milioni di immagini coperte da copyright. Ma ci sono anche le class action (cause collettive) di sviluppatori software contro OpenAI e Microsoft, che non avrebbero tenuto a bada la “copiatura creativa” di codice da parte di ChatGPT. Poi c’è il tema della privacy. E quello, potenzialmente molto pericoloso, dell’utilizzo della AI generativa per distorcere la realtà. Sia con testi che con immagini generati dagli algoritmi.
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