Azionario: pesa la paura di un’escalation della guerra, le trimestrali non bastano
Inflazione elevata, potenziale rallentamento della crescita, e rialzi dei tassi d’interesse stanno portando molta incertezza sui mercati azionari. Dobbiamo aspettarci che la volatilità resti. Tuttavia, le pubblicazioni di risultati trimestrali di buona qualità hanno consentito ai mercati europei di moderare le perdite.
I mercati azionari europei hanno dovuto affrontare molti venti contrari ad aprile. A livello geopolitico, la guerra in Ucraina si sta impantanando mentre continua l'escalation verbale. A livello sanitario, la politica “zero Covid” della Cina sta portando a lockdown impressionanti e una conseguente continuazione dei problemi logistici globali che colpiscono fortemente alcuni settori. A livello economico, infine, l'inflazione continua a sorprendere al rialzo, giustificando la stretta monetaria della Federal Reserve e il rafforzamento del dollaro. Le pubblicazioni trimestrali, che sono piuttosto di buona qualità, hanno consentito ai mercati europei di moderare i ribassi.
Le buone trimestrali non bastano a sostenere tecnologici e consumo durevole
Anche sul mercato italiano, come su tutti i mercati europei, hanno pesato le preoccupazioni per un intervento più aggressivo da parte delle banche centrali, il rialzo dell’inflazione, e la paura per una possibile escalation del conflitto in Ucraina.
Nel mese d’aprile, il Ftse Italia All Share NT ha lasciato sul terreno il 2,10%. I settori difensivi come le utilities e i beni del consumo di base hanno giocato il loro ruolo di settori “rifugio”. I titoli dell’energia hanno approfittato ancora di un contesto di prezzi elevati. Al contrario, nonostante i buoni risultati trimestrali, i titoli tecnologici e del consumo di beni durevoli, maggiormente sensibili al ciclo economico, sono stati venduti sotto la pressione dell’aumento dei tassi a lungo e dell’inflazione, che pesano sui multipli di valutazione e sulle prospettive di consumo.
In questo contesto, il nostro fondo AXA WF Framlington Italy, ha perso il 2,83% sulla Classe d’Azioni A EUR.1
Questa flessione, leggermente più marcata rispetto al mercato più ampio, è dovuta al fatto che il fondo è ancora penalizzato dall’assenza di esposizione a Eni e soprattutto ad Atlantia, salita di oltre il 20% a seguito dell'offerta pubblica di acquisto da parte del suo principale azionista, la holding della famiglia Benetton.
Occhi puntati su evoluzione dell’inflazione e aumento dei tassi
Nelle prossime settimane, al di là delle possibili ripercussioni della guerra in Ucraina, in particolare sulle forniture di gas all'Europa, l'evoluzione dell'inflazione e l'entità dell'aumento dei tassi al di là dell'Atlantico dovrebbero essere il principale focus degli investitori.
Queste due variabili (inflazione e tassi) rimangono fondamentali nel determinare la politica monetaria e continueranno a dettare l'andamento dei mercati azionari. La volatilità dovrebbe rimanere elevata in questo periodo di tensione e scarsa visibilità.
Le brutali rotazioni growth - value potrebbero continuare fino a quando le prospettive di crescita e le aspettative d’inflazione non si stabilizzeranno.
Riteniamo quindi più che mai opportuno mantenere un portafoglio equilibrato, limitando i pregiudizi di fattore e/o stile. Continuiamo ad essere selettivi nella scelta dei titoli e, pur continuando a privilegiare le società che offrono un reale potenziale di crescita del fatturato e/o dei margini, siamo anche alla ricerca di società che abbiano avviato un processo di trasformazione credibile del loro modello economico offrendo la prospettiva di un aumento della redditività e un potenziale di rivalutazione.
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