Siamo 8 miliardi: come nutrire il mondo proteggendo il pianeta?
La popolazione mondiale ha raggiunto gli 8 miliardi il 15 novembre, secondo proiezioni delle Nazioni Unite. Significa che un miliardo di persone si sono aggiunte alla popolazione mondiale in soltanto 12 anni. Questo traguardo pone nuove sfide alla sostenibilità della vita sul pianeta Terra. La prima è come sfamare un numero crescente di persone in modo sostenibile.
Se, da un lato, abbiamo l'evidente urgenza di sfamare un numero crescente di persone, sarebbe essenziale riuscire a farlo in modo sostenibile, salvaguardando il pianeta. Il cambiamento climatico è ormai in corso, e il settore agricolo è estremamente vulnerabile alle sfide ambientali, che si manifestano con siccità, specie invasive e insetti infestanti, determinando raccolti scarsi e produzione di cereali con meno proprietà nutritive. Gli impatti negativi del cambiamento sono già evidenti. Le temperature record registrate in Europa a luglio hanno pregiudicato le colture. La grave siccità che ha colpito il Canada (il più grande coltivatore di senape) ha determinato una carenza nella produzione di questi semi. I raccolti scarsi a causa delle alte temperature e della siccità in America del Sud e la carenza di personale riconducibile al Covid-19 hanno provocato una carenza di offerta di oli edibili a livello mondiale.
Se quello della produzione di energia è il settore che contribuisce maggiormente alle emissioni globali di gas serra (GHG), al secondo posto si colloca il sistema alimentare globale, responsabile di un terzo delle emissioni mondiali di gas serra, generati da molteplici fonti lungo tutta la filiera alimentare: dalla produzione e dall'uso di fertilizzanti, all’allevamento del bestiame, allo spreco alimentare. Il settore agricolo e l'industria alimentare sono inoltre responsabili di un forte stress idrico, con il 70% del consumo mondiale di acqua dolce.
Molte società stanno già spingendo verso il cambiamento, con l'offerta di soluzioni innovative, già economicamente sostenibili, utilizzabili e scalabili. Queste iniziative aprono opportunità di crescita pluridecennali nel settore.
Fonte: Food and Agriculture Organisation delle Nazioni Unite (FAO), Citi, luglio 2022.
Allevamento di bestiame
Il 17% delle emissioni di gas serra legate al sistema alimentare proviene dall'allevamento di bestiame, seconda fonte di emissioni dopo l'uso del suolo, per via della fermentazione enterica. Sebbene l'allevamento abbia pesanti ripercussioni negative sull'ambiente, sembra improbabile che si riesca a realizzare una drastica riduzione del consumo di carne e latticini a breve-medio termine. Nei prossimi dieci anni si stima che il consumo mondiale di proteine della carne aumenterà del 14%. Tale aumento sarà prevalentemente concentrato nei paesi emergenti, dove la ricchezza è in crescita.
Le soluzioni finalizzate a migliorare l'efficienza delle attività di allevamento, tra cui enzimi, microbi e integratori eubiotici che contrastano la formazione di microtossine, ottimizzano la salute intestinale o riducono le emissioni di metano a carico dei ruminanti, dovrebbero pertanto avere un impatto positivo sull'ambiente. Un nome di primo piano in quest'area è DSM, società olandese science-based che offre prodotti per la nutrizione e la salute animale. L'offerta comprende un additivo per mangimi destinati ai ruminanti, inclusi i bovini, capace di ridurre di circa il 30% le emissioni enteriche di metano. Un'altra soluzione riguarda l'allevamento selettivo, che permette di selezionare il bestiame migliore in base al DNA. In questo modo si potrebbe riuscire a potenziare l'efficienza alimentare, migliorando al tempo stesso le caratteristiche legate alla salute del bestiame. Servirebbero meno capi per produrre la stessa quantità di proteine.
Produzione e uso di fertilizzanti
La produzione di fertilizzanti è responsabile del 9% delle emissioni di GHG del sistema alimentare mondiale, a causa dell'uso di combustibili fossili e del consumo di elettricità nel processo produttivo. Il problema può essere affrontato in diversi modi, ricorrendo a energie rinnovabili oppure riducendo la domanda di fertilizzanti. Soluzioni di questo genere esistono già, e sono già economicamente sostenibili e utilizzabili; l'agricoltura di precisione consente di aumentare la resa agricola e velocizzare l'attività di semina, riducendo al tempo stesso il consumo di suolo e l'uso di acqua e fertilizzanti. Si tratta dell'uso di software, tool e sistemi che migliorano i processi decisionali e l’esecuzione del lavoro, con un uso più efficiente delle risorse. Per esempio, un maggiore accesso ai dati consente agli agricoltori di prendere decisioni informate rispetto all’applicazione di erbicidi e all'uso dell'acqua, riducendone il consumo ed evitando l'applicazione di quantità eccessive. Una società che opera in questo campo è la statunitense John Deere. Sono circa 130 milioni di ettari i terreni agricoli che utilizzano tecnologie John Deere, con 44.000 macchine connesse a livello globale.
Spreco alimentare
Se, da un lato, 600 milioni di persone non hanno cibo a sufficienza, si calcola che un terzo del cibo prodotto vada perso o sprecato. Si tratta di circa due miliardi di tonnellate di cibo l'anno che vengono prodotte ma mai consumate. L’ impatto sull'ambiente è significativo – se lo spreco alimentare fosse considerato un paese, sarebbe al terzo posto mondiale per emissioni di gas serra, subito dopo la Cina e gli Stati Uniti.
Nel grafico qui di seguito possiamo visualizzare le emissioni di GHG da rifiuti alimentari comparate alle emissioni per paese:
Fonte: World Resource Institute (WRI) 2019, FAO, Citi Global Insights.
La gran parte dello spreco alimentare mondiale avviene nel segmento della catena del valore occupato dalla distribuzione al dettaglio e dai consumatori. Per ridurre il fenomeno rivestono un'importanza cruciale soluzioni come l'allungamento della scadenza degli alimenti, la riduzione delle contaminazioni microbiche o le tecniche di conservazione degli alimenti. Tra le società attive in questo campo figura Corbion, azienda chimica olandese specializzata in ingredienti di origine naturale per l'industria agroalimentare. La società è seriamente impegnata a produrre soluzioni per ridurre lo spreco alimentare, contribuire maggiormente alla salute e proteggere il pianeta.
I problemi e le soluzioni sono sparsi lungo tutta la filiera, una situazione piuttosto complessa per gli investitori ma, dal nostro punto di vista, altrettanto incoraggiante. Con l’adattamento agli obiettivi di decarbonizzazione fissati dai governi – e con la nostra crescente consapevolezza dell’impatto climatico del sistema alimentare sul quale si basa la nostra sussistenza, sorgono ovunque potenziali opportunità.
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Aziende innovative alla ricerca di soluzioni per affrontare il problema delle scarse risorse naturali e la necessità di ridurre le emissioni di gas serra.
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