Outlook 2025: no recessione, credito in pole position
Anche il 2024 è stato un anno di crescita per l’economia USA, come quello che lo ha preceduto. Soprattutto, la recessione non si è materializzata. I rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve (Fed) non hanno messo il freno all’economia americana, la cui crescita probabilmente salirà al 2,8% per la fine dell’anno.
USA oltre le aspettative del mercato, Eurozona migliora
Per il 2025 prevediamo un marginale rallentamento della crescita USA, che comunque rimarrà sopra il potenziale. “Gli Stati Uniti continueranno a crescere più velocemente del consenso e più velocemente di quello che è il limite massimo, ovvero la crescita potenziale”, commenta Alessandro Tentori, Chief Investment Officer Europe di AXA IM. Infatti, aggiunge, “abbiamo rivisto le nostre previsioni sul tasso d’interesse a fine 2025 negli Stati Uniti, da 4% a 4,25%”. Il percorso di normalizzazione si è un po’ allungato.
La politica monetaria, insieme alla politica fiscale, ha prodotto un miglioramento in Eurozona, la cui economia quest’anno vediamo in crescita dello 0,8%. Per il 2025 prevediamo che cresca dell’1% e poi dell’1,3% nel 2026. La situazione si è stabilizzata grazie a diversi fattori: l’intervento della Banca centrale europea (Bce) che continuerà a tagliare i tassi nel corso del prossimo anno, la politica fiscale (si pensi a Next Generation EU) e i salari reali che in tutti i paesi sono aumentati.
Il mercato del lavoro è vicino alla piena occupazione sia negli USA che in Europa, ma mentre nei primi ci sono fattori di distorsione, come l’immigrazione, in Europa sembra esserci un effetto positivo dovuto soprattutto alla politica fiscale.
Rischi geopolitici potrebbero sorprendere
Potrebbero arrivare sorprese positive sul fronte geopolitico. “Se il Trump trade si declinasse anche sulla geopolitica e il nuovo presidente americano riuscisse a far firmare un armistizio a russi e ucraini – argomenta Tentori – potrebbe ridursi il premio al rischio e i mercati potrebbero cominciare a speculare su uno scenario ipotetico in cui i paesi europei potrebbero avere accesso alle materie prime russe”. E’ positivo, ma resta uno scenario di coda.
Per la Cina prevediamo una crescita del 4,5% il prossimo anno, poco sotto il target di Pechino. E se ci saranno dazi da parte degli USA sui prodotti cinesi, “molto probabilmente ci sarà una risposta delle autorità cinesi che potrebbe includere anche un pacchetto di stimolo all’economia”.
L’Italia beneficia del calo dei tassi e della politica fiscale
L’Italia continua a beneficiare dei tassi d’interesse in discesa e del supporto fiscale di Next Generation EU. A questo va aggiunto il beneficio della stabilità politica. “Per una volta il focus dei mercati sembra essere su Francia e Germania, non tanto sull’Italia”, sottolinea Tentori.
Per l’Italia AXA IM prevede una crescita piatta nei prossimi anni: da uno 0,5% quest’anno a uno 0,4% nel 2025, fino a uno 0,8% nel 2026.
Mercati, il sentiment è cambiato
Uno scenario senza recessione per il 2025 dovrebbe fornire rendimenti positivi sull’equity e i mercati del credito dovrebbero continuare a offrire opportunità potenzialmente attraenti per gli investitori. L’anno scorso gli analisti di Wall Street erano tutti d’accordo nel vedere un mercato equity in discesa ed erano tutti negativi sul richio. Quest’anno invece c’è consenso per un aumento dell’azionario. “Oggi c’è più ottimismo, il sentiment è cambiato rispetto alle potenzialità di guadagno”, spiega Tentori. E il posizionamento di tutti è comprare l’equity e il credito.
“Il problema è che quando tutti sono ottimisti ci vuol poco per far andare il mercato dall’altra parte, mentre per andare nella direzione giusta ci vuole tanto”, argomenta l’economista. “Il rischio è che alla prima delusione il mercato possa sottoperformare”.
Gestione della duration
Gli asset a rischio sono quindi un tema d’investimento per il 2025, tenendo presente l’importanza della diversificazione e delle decisioni attive. Tentori consiglia di sfruttare i vari motori di performance, in particolare il rischio di credito, sia sul mercato azionario che su quello obbligazionario. Il rischio di tasso andrebbe gestito in maniera molto attiva, come un motore di performance. Per prenderne vantaggio, ci vuole un comportamento dinamico rispetto alle scadenze temporali degli investimenti. Infine, è importante delegare a esperti le scelte su asset class come la duration, che sono difficili da gestire da soli, e tenere un profilo di duration meno aggressivo.
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