La Fed intende proseguire l’aumento dei tassi, mentre la Cina prevede tagli per rilanciare l’economia


Fatti salienti

La Federal Reserve continuerà ad alzare i tassi di interesse per contrastare l’inflazione, ma ha ammesso che potrebbe allentare il ritmo per valutare l’impatto sull’economia, come emerge dai verbali dell’ultima riunione. La Fed ha riferito che probabilmente “a un certo punto sarebbe opportuno rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi di politica monetaria”, salvo poi mantenere i tassi a un livello “sufficientemente restrittivo” per un certo periodo di tempo. Nel frattempo, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha approvato un nuovo decreto da 700 miliardi di dollari per affrontare il cambiamento climatico e ridurre i costi della sanità. Nonostante la drastica correzione rispetto al pacchetto di 3.500 miliardi di dollari proposto inizialmente, si tratta del più grande investimento federale del paese nell’ambito del cambiamento climatico.

 

Notizie dal mondo

La Banca Popolare Cinese ha ridotto di 10 punti base sia il tasso sulle linee di credito a un anno che quello sui prestiti a breve termine, portandoli rispettivamente al 2,75% e al 2%. La mossa, che ha sorpreso i mercati, rispecchia un rallentamento economico dovuto ai ripetuti lockdown legati al COVID-19, alla crisi immobiliare e allo stallo della crescita del credito. A luglio la produzione industriale cinese è cresciuta soltanto del 3,8% e le vendite al dettaglio del 2,7% rispetto all’anno precedente, disattendendo le previsioni e leggermente al di sotto dei dati di giugno. Per la prima volta in sette anni, quest’anno si prevede che l’economia cinese non raggiungerà l’obiettivo di crescita annuale del 5,5%.

 

Il numero sotto i riflettori: 0,6%

L’economia dell’eurozona è cresciuta dello 0,6% su base trimestrale nel periodo aprile-giugno, in leggero ritardo rispetto allo 0,7% precedentemente stimato, ma al di sopra dello 0,5% del primo trimestre. Per contro, l’inflazione dell’eurozona si è confermata all’8,9% a luglio, in aumento rispetto all’8,6% di giugno, e molti economisti prevedono un indebolimento delle prospettive per la regione nella seconda metà di quest’anno, poiché l’inflazione e la carenza di forniture energetiche pesano sull’attività. Spostando l’attenzione altrove, a luglio l’inflazione britannica è salita al 10,1%, segnando un massimo dal 1982, mentre il tasso di inflazione canadese è sceso dall’8,1% di giugno al 7,6%, considerando che i prezzi della benzina sono aumentati a un ritmo più lento.

 

La parola della settimana: UN High Seas Treaty

UN High Seas Treaty (Trattato delle Nazioni Unite per la protezione dell’alto mare): un trattato delle Nazioni Uniti (ONU) volto a proteggere gli oceani di tutto il mondo e a contrastare la perdita di biodiversità tramite la creazione di una rete di aree marine protette. Queste aree sarebbero sottoposte a un regime legalmente vincolante, che trascende i confini nazionali per salvaguardare le forme di vita marine da attività commerciali potenzialmente dannose (come l’estrazione mineraria in acque profonde) e fornire alle nazioni senza sbocco sul mare e ai mercati emergenti un accesso equo alle risorse marine. Dopo un decennio di negoziazioni, la scorsa settimana è iniziata la quinta e ultima seduta con l’obiettivo di finalizzare un accordo tra gli Stati membri dell’ONU.

 

Prossimamente

Il nuovo indice dei prezzi residenziali canadese sarà pubblicato lunedì, mentre martedì saranno resi noti i Flash PMI per Australia, Giappone, eurozona, Regno Unito e Stati Uniti. Mercoledì sarà poi il turno dell’indice del mercato ipotecario MBA, mentre giovedì sarà rivelata la previsione definitiva sul tasso di crescita dell’economia tedesca per il secondo trimestre, così come l’ampiamente seguito indicatore Ifo Business Climate. Lo stesso giorno gli Stati Uniti renderanno nota una seconda previsione sulla crescita del PIL per il secondo trimestre e si aprirà il vertice economico di Jackson Hole.

Ulteriori approfondimenti e considerazioni sono disponibili sul sito di AXA IM Investment Institute

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