Azionario: fine anno in calo dopo banche centrali, in attesa dei risultati annuali
I mercati azionari hanno chiuso il 2022 in calo dopo le ultime sedute delle banche centrali, con i tassi a lungo termine in aumento. La speranza per una politica monetaria meno restrittiva ha avuto vita breve. I mercati restano in attesa dei risultati annuali, che dovrebbero permettere di capire come le aziende stanno gestendo i costi in aumento e quali saranno in grado di assicurare utili.
Nel mese di dicembre si sono svolti gli ultimi appuntamenti dell’anno delle banche centrali nei quali sia la Federal Reserve (Fed) che la Banca centrale europea (Bce) hanno alzato di mezzo punto percentuale i tassi d’interesse, com’era atteso. Ma le comunicazioni che hanno accompagnato i rialzi hanno raffreddato le speranze dei mercati per una politica monetaria meno restrittiva. La Fed ha detto di aspettarsi che i tassi raggiungano un picco di oltre il 5% il prossimo anno, più di quanto si aspettavano i mercati, e la Bce ha peggiorato le sue prospettive sull’inflazione.
Ancora una volta, quindi, gli investitori sono stati scottati dalla determinazione delle banche centrali a combattere l'inflazione, respingendo la prospettiva della tanto attesa svolta nella politica monetaria. Alla fine del mese, tale prospettiva si è ulteriormente allontanata dopo che la Cina ha annunciato la revoca delle sue misure anti-Covid. Una decisione positiva per la crescita economica globale, ma che rischia di ostacolare il calo dell'inflazione.
Soprattutto i settori della tecnologia e dei consumi discrezionali (beni durevoli il cui consumo è maggiormente sensibile al ciclo economico), che stanno risentendo dell'aumento dei tassi e della violenta recrudescenza dei casi di Covid-19 in Cina, hanno pesato sulla performance dell’indice DJ Eurostoxx dividendi reinvestiti, che ha chiuso il mese con un calo del 3,47%. Al contrario, i titoli finanziari sono rimasti quasi stabili.
In attesa dei risultati societari
Nelle prossime settimane, al di là dell'evoluzione della situazione sanitaria in Cina e in assenza di un messaggio pianificato da parte delle banche centrali, gli investitori potrebbero mostrare un atteggiamento attendista fino alla pubblicazione dei primi risultati annuali, che permetteranno di tastare il polso dell’economia reale.
Al di là delle indicazioni sull'andamento della fine dell'anno, questi risultati dovrebbero consentire alle aziende di condividere le proprie prospettive in termini di crescita ma soprattutto di redditività, vista l'elevata inflazione registrata. In un contesto di previsto rallentamento della crescita, questi elementi saranno preziosi per determinare quali società possono generare crescita nei loro risultati.
Infatti, se per il mercato azionario europeo nel suo complesso la compressione dei multipli di valutazione registrati lo scorso anno ha permesso di tornare su livelli prossimi alla media di lungo periodo, ciò significa che per il 2023 il principale driver della performance dovrebbe essere legato alla capacità delle aziende di crescere in un contesto ancora molto incerto.
Manca visibilità
Come abbiamo detto altre volte, l’impatto dei tassi sui multipli di valutazione, per l’anno prossimo, sarà minimo. Sarà piuttosto la direzione degli utili ad avere un impatto. Se veramente avremo una recessione, gli utili societari caleranno. Questo dipenderà da una serie di variabili sulle quali abbiamo ancora poca visibilità: per esempio non sappiamo se i prossimi mesi invernali saranno molto o poco freddi, da cui dipenderà la domanda di gas, o come si evolverà la guerra in Ucraina. Al momento ci sono troppe incognite e questo ci porta a mantenere una strategia che punti a investire dove possiamo avere più visibilità o più probabilità di vedere una crescita del fatturato e degli utili.
Ancora una volta, quindi, pensiamo che sia importante mantenere una buona diversificazione e ci concentriamo su società che combinano la capacità di adeguare i prezzi, avere visibilità e/o prospettive di crescita attraverso l'esposizione a temi di lungo termine, nonché una solida struttura finanziaria.
Per esempio, ci piacciono le banche, che dovrebbero beneficiare dei tassi in rialzo, e le società coinvolte nella transizione energetica o nell’innovazione digitale.
Performance di AXA WF Italy Equity
A dicembre, il Ftse Italia All Share NT è calato del 3,44% principalmente a causa della performance dei titoli tecnologici e del consumo discrezionale, come nel resto d’Europa. Al contrario, i settori delle telecomunicazioni e della sanità hanno registrato un lieve incremento grazie a Telecom Italia, che ha beneficiato delle discussioni in corso sulla creazione di una rete unica, e a Diasorin – a seguito della combinazione dell'epidemia influenzale e del Covid-19 a fine anno.
In questo contesto, il fondo AXA WF Italy Equity è riuscito a contenere il calo grazie anche alla sua componente PIR che impone al fondo un’esposizione oltre il 21% alle small e mid cap. Il fondo ha chiuso il mese con un calo del 2,84% per la Classe d’Azioni A EUR1 .
Infatti, a dicembre l’indice Star mid-cap ha registrato un calo più modesto (-1,53%) rispetto alla forte sottoperformance avuta dalla scorsa estate. Da luglio, in soli tre mesi, i titoli mid e small caps hanno perso più del 10% prima di risalire. Il calo si è molto ridotto a dicembre, permettendo quindi al nostro fondo di fare meglio del mercato. Così tra i dieci titoli in portafoglio che mostrano performance superiori al 2%, Prysmian, GVS, doValue, Labomar, Diasorin, Fineco, Amplifon, RaiWay, Intercos, Wiit, soltanto due sono large cap.
Nel corso del mese abbiamo alleggerito Mediobanca e partecipato all’offerta d’acquisto parziale di OpenJobMetis. Abbiamo poi aperto una posizione su Brembo, società leader mondiale dei sistemi frenanti per le due ruote, che dovrebbe beneficiare della lieve ripresa della produzione automotive nel 2023.
Pensare a una strategia d’accumulo
Come abbiamo sottolineato in altre occasioni, la sottoperformance estiva delle mid e small caps ha creato, secondo noi, delle opportunità. Ci sembra quindi un momento interessante per guardare ancora ai fondi PIR che hanno sofferto dei flussi negativi ma che possono offrire delle opportunità per chi vuole investire sul medio termine. Per chi volesse considerare una strategia d’accumulo, questo potrebbe essere un momento opportuno.
Per le prossime settimane ci aspettiamo un po’ di volatilità data la mancanza di visibilità sulla direzione che prenderanno gli utili. E con il rallentamento in atto facciamo fatica a pensare che gli utili aziendali vengano rivisti al rialzo nel 2023. Ma è ancora troppo presto per sapere quale sarà l'ampiezza delle revisioni al ribasso. Crediamo quindi che sia troppo presto per essere ottimisti ed è quanto mai importante usare cautela e mantenere un portafoglio bilanciato e diversificato.
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