Azionario: il mercato rimbalza scommettendo sulla fine del ciclo di rialzi
I mercati azionari virano in positivo nella speranza che la Federal Reserve sia prossima alla fine del ciclo di rialzi e possa tornare a una politica accomodante prima del previsto. Tanto è bastato per far salire i listini. Piazza Affari ha messo a segno una delle migliori performance dell’eurozona. Ma di fronte al rallentamento della crescita e all’inflazione, con il rischio di una revisione al ribasso degli utili, è preferibile usare cautela.
I mercati aspettavano una notizia positiva, qualcosa che – in un mare di cattive notizie – permettesse di tornare a salire. La buona notizia, o meglio quel che i mercati hanno scommesso che potrebbe materializzarsi, è la possibilità che la Federal Reserve (Fed) rallenti il rialzo dei tassi. Supposizione basata sulla constatazione che da una parte l’inflazione sembra essersi stabilizzata e dall’altra tutti gli indicatori sull’attività economica continuano ad essere negativi e ad indicare un periodo di rallentamento.
Questo potrebbe portare la Fed a fare una pausa sul ciclo dei rialzi e a tornare a una politica monetaria accomodante prima del previsto. O almeno così speravano gli investitori a ottobre, prezzando ormai una recessione nelle valutazioni, che continuano ad essere basse.
Il DJ Eurostoxx dividendi reinvestiti è quindi girato in positivo, guadagnando sul mese il 7,98%. Piazza Affari si è posizionata tra i migliori dell’eurozona, con un rimbalzo del 9,62%.
Lo scenario economico e politico
A ottobre, sul piano economico, abbiamo avuto un’ondata di dati macro negativi, che indubbiamente puntano all’approssimarsi di un rallentamento. A questi va aggiunta una stabilizzazione dell’inflazione. Lo storno sul prezzo del petrolio (in discesa) ha fornito segnali sul fatto che il rincaro dell’energia sia prossimo a una stabilizzazione. Questi due fattori – dati macro in peggioramento e stabilizzazione del caro-prezzi – hanno fatto credere ai mercati che la Fed possa tornare ad una politica accomodante prima del previsto. E solo l’idea di una inversione di rotta è stata sufficiente a far ripartire i mercati.
Sul piano politico, sotto i riflettori c’erano ancora il Regno Unito e l’Italia. Ma mentre a settembre prevalevano i timori per la situazione fiscale e politica nei due Paesi, a ottobre ha prevalso l’ottimismo. Le dimissioni di Liz Truss da Primo Ministro sono state accolte con sollievo dal mercato, che ha festeggiato la nomina del suo successore al n 10 di Downing Street, Rishi Sunak, considerato l’uomo giusto per stabilizzare la situazione finanziaria del Regno Unito. Sunak infatti ha subito cominciato a smantellare punto per punto la “mini-Finanziaria” del governo Truss che aveva spaventato gli investitori creando tanta turbolenza sul mercato.
Sollievo anche per l’Italia, dove lo Spread Btp-Bund si è compresso dopo che il governo Meloni ha rassicurato gli investitori con la nomina di Giancarlo Giorgetti all’Economia, unico riconfermato dell’uscente governo Draghi.
Dobbiamo aspettarci un rallentamento degli utili?
A ottobre abbiamo dunque assistito a un rialzo importante dei mercati, e forse una parte di questo rialzo era un po’ tattica, legata alla scommessa sui tassi. Prima di tornare positivi, noi preferiamo usare cautela. Infatti, quello che potrebbe sembrare una buona notizia per i mercati, la fine del ciclo dei rialzi, potrebbe nascondere una revisione al ribasso della crescita degli utili societari più ampia del previsto.
Se le banche centrali facessero una pausa sul rialzo dei tassi prima del previsto, significherebbe infatti che l’economia sta rallentando più di quanto ci si aspetta, con tutte le conseguenze che questo avrebbe per le imprese e per i posti di lavoro. Ma questo non lo abbiamo ancora visto. E non sappiamo quanto profonda sarà la recessione.
Di fronte a un deterioramento dell’economia, che è un dato di fatto, gli utili societari sono ancora a rischio. Qualche segnale lo abbiamo già avuto. A seconda dei settori, abbiamo visto che le società più esposte alla spesa dei privati cominciano a risentire del calo dei consumi. Mentre per le società non esposte ai consumi, la loro tenuta dipende dalla capacità di passare l’inflazione e generare utili.
Per questo motivo continuiamo a puntare sulla selezione titoli, guardando alle società che ci sembrano più solide e in grado di affrontare un rallentamento.
Performance di AXA WF Italy Equity
L’aumento del costo del denaro si è tradotto in una preferenza degli investitori per le società più grandi, le large caps, mentre le small caps sono state lasciate da parte. Per esempio, in Italia il listino Star (+6%) è salito di tre punti in meno rispetto al listino principale, il Ftse All Share, che ha messo a segno un +9,62% rispetto al mese precedente.
I titoli che maggiormente hanno contribuito a questo rialzo sono stati Eni, grazie ai profitti legati all’aumento dei costi dell’energia, e Unicredit, che ha beneficiato del rialzo dei tassi d’interesse.
Tra i settori che hanno fatto meglio, quello energetico, industriale, delle materie prime e della finanza, mentre i settori del consumo durevole e discrezionale sono al traino, penalizzati dagli effetti dell’inflazione sul potere d’acquisto.
In questo contesto, il nostro fondo AXA WF Italy Equity ha archiviato il mese con un guadagno del 7,79%1 . Si tratta di un forte rialzo, anche se il fondo non riesce a compensare l’assenza di esposizione a Eni e Unicredit, che invece hanno pesato in positivo sulla performance dell’indice. Inoltre, per il suo status di PIR, il nostro fondo ha un’esposizione di oltre il 21% a titoli small e mid cap, che in questo tipo di rimbalzo sono stati trascurati dagli investitori.
Quanto ai movimenti, nel corso del mese abbiamo limato un po’ la nostra esposizione al titolo CNH che si è apprezzato di oltre il 12% rispetto a settembre.
Nubi all’orizzonte
Per i prossimi mesi ci aspettiamo un peggioramento della situazione economica. Le valutazioni scontano già un rallentamento e l’incertezza generale. Sul mese gli utili non sono stati rivisti, ma dopo il rialzo del mercato a ottobre quindi è un po’ più caro di un mese fa. Nonostante il rialzo, tuttavia, il mercato italiano rimane abbastanza “cheap”. Il Ftse Italia All Share ha una valutazione al momento che è pari a otto volte gli utili. Si tratta di capire di quanto saranno rivisiti al ribasso.
Restano ancora due incognite, due domande senza risposta che non permettono al momento di capire quanto sarà profondo il rallentamento: quanto durerà la guerra russo-ucraina e quanto sarà freddo l’inverno in Europa.
La guerra potrebbe avere sviluppi imprevisti e il clima invernale condizionerà il fabbisogno di gas dei vari paesi e di conseguenza l’ampiezza del rallentamento economico in Europa.
Se arrivasse una buona notizia, per esempio se la guerra in Ucraina si fermasse domani, i mercati potrebbero tornare positivi. Ma al momento nessuno fa una scommessa su un tema che resta una grande incognita. E come tale non permette di capire quanto sarà lunga la recessione.
Inoltre, il rischio che tutti temevano, che l’inflazione si transmettesse al sistema attraverso aumenti salariali, si sta materializzando. Questo potrebbe mantenere l’inflazione più a lungo e potrebbe spingere le banche centrali a mantenere la politica restrittiva più del previsto.
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