Azionario Italia: 2021 spinto dagli utili, crescita e normalizzazione nel 2022
La comparsa di una nuova variante del Covid-19 ha interrotto la tradizionale tendenza al rialzo di fine anno del mercato azionario, spingendolo al ribasso. Tuttavia, archiviamo un anno caratterizzato da una ripresa più forte delle attese. I temi che domineranno l’inizio del 2022, l’inflazione in aumento e il possibile rialzo dei tassi da parte delle banche centrali, potrebbero portare volatilità. Il punto è capire se governi e banche centrali riusciranno a ridurre il loro supporto senza far male ai mercati, che sono « drogati » di liquidità.
A fine mese la comparsa di una nuova variante del virus, denominata Omicron, ha interrotto la tradizionale tendenza al rialzo dei mercati a fine anno.
A novembre, l’azionario ha invertito la rotta. La nuova ondata di infezioni da Covid-19 e il ritorno delle restrizioni in alcuni paesi hanno portato a un calo degli attivi più sicuri. I dati economici pubblicati sono positivi, con un buon andamento in particolare dei consumi. L'inflazione è risultata superiore alle attese con persistenti problemi di offerta e crescenti difficoltà d’approvvigionamento e sembra essere sempre meno transitoria.
In questo contesto di ritorno delle incertezze sulla crisi sanitaria i tassi sono scesi, il dollaro si è apprezzato e il prezzo del barile è sceso in modo significativo.
Performance di AXA WF Framlington Italy
Nel corso del mese, il Ftse Italia All Share NT ha perso il 3,60%. I settori petrolifero, automotive e finanziario hanno messo a segno i maggiori ribassi, insieme ai titoli legati al turismo. Al contrario, è in forte crescita il settore delle telecomunicazioni trainato dal balzo di quasi il 50% di Telecom Italia in seguito a una possibile offerta di acquisto da parte di KKR.
In questo contesto, il nostro fondo è stato penalizzato in parte dalla mancata esposizione su Telecom Italia, ma anche dalla minore esposizione su Ferrari, che nel mese è balzata del 13%.
A fine novembre il fondo ha lasciato sul terreno il 3,85% sulla Classe d’Azioni A EUR.
Uno sguardo sul 2021: mercati sostenuti dagli utili
Nel 2021 gli utili sono cresciuti più delle attese e questo ha sostenuto l’andamento positivo dei mercati. La revisione al rialzo degli utili ha reso il mercato più economico dal punto di vista delle valutazioni a fine anno.
Per le small-mid cap è stato un anno record. L’indice del mercato AIM a fine ottobre ha guadagnato un +52% da inizio anno, trainato dai buoni risultati e anche dai flussi di sottoscrizione dei nuovi fondi PIR Eltif. C’è stato un interesse enorme per le società growth italiane con valutazioni pari a 30 volte gli utili nel 2021 per quelle quotate sull’AIM. In confronto, le società del Ftsi Mib (large cap) sono state valutate a 13 volte gli utili.
Se a un certo punto ci sarà una normalizzazione sui tassi d’interesse, questo forte interesse per i segmenti più rischiosi del mercato potrebbe diminuire. Queste società sono state comprate in un momento di tassi reali negativi e questo vuol dire che gli investitori sono spinti a prendere del rischio, andando a comprare tutti i segmenti più rischiosi ma con potenziali di crescita maggiori. Resta quindi centrale capire cosa succederà sui tassi nel 2022.
Cosa attendersi per il 2022
Nelle prossime settimane, i mercati dovrebbero continuare a essere combattuti tra l'incertezza sanitaria e il rischio di un'inflazione in definitiva meno transitoria di quanto inizialmente previsto. Anche se il 2022 si preannuncia ancora un anno positivo per la crescita delle imprese europee, vista una crescita del PIL equivalente a quella degli Stati Uniti o di poco inferiore a quella della Cina, è senza dubbio necessario attendersi che l'andamento dei mercati azionari sia largamente influenzato da cambiamenti nella politica monetaria della banca centrale degli Stati Uniti.
In Europa, le scadenze elettorali in Italia e in Francia potrebbero temporaneamente far riaffiorare le tensioni sugli spread sovrani.
A fronte di un mercato azionario ancora largamente polarizzato tra titoli growth, trainato da tassi bassi e titoli cosiddetti value a causa della minore visibilità, ci sembra ancora fondamentale mantenere una buona diversificazione all'interno del portafoglio al fine di limitare le esposizioni ad un particolare fattore per poter affrontare diversi scenari.
Il prossimo anno le banche centrali tenderanno a ridurre il loro sostegno, ma in modo molto graduale. Resta il rischio che il mercato s’innervosisca per un evento esterno non prevedibile. Inoltre, soprattutto se l’inflazione resta ai livelli attuali, c’è il rischio che a un certo punto la politica monetaria possa dare l’impressione di restare indietro rispetto alle aspettative del mercato.
Quale approccio d’investimento per affrontare il nuovo anno?
Al momento i punti d’incertezza sono tali che l’unico modo per non esservi esposti è mantenere un approccio bilanciato del portafoglio in modo da poter affrontare qualsiasi “outcome”.
Questo significa selezionare le società giuste, accettare anche di pagare prezzi alti per alcune e selezionare al tempo stesso società più economiche ma con buone prospettive di crescita. Si tratta di combinare società di qualità con altre più a buon mercato ma che siamo convinti abbiano spazio per migliorare sulla profittabilità e sul fatturato.
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