Azionario: ripresa sulla scia del taglio dei tassi
Nel mese di settembre, i mercati azionari – inizialmente penalizzati dai timori di un rallentamento dell'economia, sia negli Stati Uniti che in Cina e in Europa – si sono finalmente ripresi. Il taglio maggiore del previsto di 50 punti base dei tassi di riferimento della Fed, grazie al calo dell'inflazione, ha portato ad una rinnovata propensione al rischio da parte degli investitori.
A questo si è poi aggiunto l'annuncio del tutto inaspettato di un piano di ripresa in Cina volto a ripulire il mercato immobiliare e a sostenere i mercati finanziari per ripristinare la fiducia dei consumatori. L’economia cinese ha sofferto gli effetti della pandemia di Covid-19 e una crisi immobiliare senza precedenti. Sui mercati, la fiducia è andata a beneficio soprattutto degli emergenti, mentre i mercati sviluppati hanno chiuso il mese in modo più dispersivo.
Inflazione in calo
Il quadro macro mostra un rallentamento dell'inflazione negli Stati Uniti. Nell’ultima lettura del CPI (prezzi al consumo) l’inflazione headline a settembre è scesa al 2,4% su base annua, poco sopra l’obiettivo del 2% della banca centrale, anche se quella core, depurata delle componenti cibo ed energia, è leggermente in aumento e mostra aspetti di viscosità.
Anche nell’Eurozona l'inflazione è scesa – al livello più basso degli ultimi tre anni – ma gli indicatori macroeconomici rimangono più contrastanti (calo della produzione industriale, calo del PIL tedesco).
Bene utility e immobiliare sui mercati in Eurozona
L’indice DJ Eurostoxx dividendi reinvestiti ha messo a segno un progresso dell'1,01% a settembre, grazie soprattutto ai settori delle utility e dell'immobiliare, spinti dai tagli dei tassi da parte delle banche centrali, e ai titoli ciclici che hanno beneficiato dell'annuncio delle misure di stimolo per rilanciare la crescita cinese.
Hanno invece chiuso in flessione i settori dell’energia e della tecnologia, penalizzati rispettivamente dal calo del prezzo del petrolio e dalle preoccupazioni sui semiconduttori. Il settore dei consumi voluttuari ha registrato fortune alterne, con i titoli del lusso che hanno beneficiato degli effetti degli annunci sulla Cina, mentre i titoli automobilistici sono crollati a seguito degli avvertimenti sui risultati dei principali produttori europei.
Trimestrali sotto i riflettori nelle prossime settimane
Sul fronte societario, nelle prossime settimane i primi risultati trimestrali permetteranno senza dubbio di capire se le misure di sostegno all'economia non siano state in realtà solo una reazione di governi e banche centrali ad un deterioramento della crescita più rapido e/o più forte del previsto.
In ogni caso, l'incertezza generata dalle elezioni presidenziali americane dovrebbe limitare il rialzo dei mercati azionari ormai digerito l'effetto-sorpresa degli annunci, tanto più che le recenti tensioni in Medio Oriente contribuiscono a complicare l'analisi. In Europa, la pubblicazione delle leggi finanziarie potrebbe anche aggiungere un po’ di volatilità ad alcuni mercati.
In queste condizioni, rimane importante mantenere una buona diversificazione del portafoglio e concentrarsi su società che uniscono capacità di aggiustamento dei prezzi, visibilità e prospettive di crescita attraverso l'esposizione a temi di lungo termine.
Milano chiude in rosso
A Piazza Affari, a settembre il Ftse Italia All Share NT ha perso lo 0,72%, principalmente a causa del forte calo nei settori dei consumi voluttuari, della tecnologia e dell'energia penalizzati rispettivamente dai profit warning delle principali case automobilistiche; dalle preoccupazioni per i semiconduttori in fase di rallentamento; e infine dal calo dei prezzi del petrolio. Al contrario, i settori delle utility e quello immobiliare sono in crescita, spinti dai tagli dei tassi. Ha chiuso in positivo anche il settore finanziario grazie al buon andamento delle assicurazioni e di Unicredit dopo l'annuncio del suo ingresso nel capitale di Commerzbank.
Anche questo mese le società a piccola e media capitalizzazione hanno continuato a sottoperformare, come l'indice Star, che ha perso il 2,04%.
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