Tassi su di un altro quarto di punto: puntiamo su inflation-linked con duration breve
In un contesto in cui i tassi reali sono elevati, mentre le aspettative d’inflazione del mercato sono troppo basse, riteniamo che le obbligazioni indicizzate all'inflazione a breve termine siano un'ottima opzione per la seconda metà dell'anno. Infatti, oggi i tassi d’interesse reali – che rappresentano il rendimento delle obbligazioni indicizzate e il premio che gli investitori guadagnano dall’inflazione – sono positivi.
Nonostante una decelerazione dell’inflazione complessiva, l’inflazione “core” si è rivelata più resiliente del previsto. Restiamo convinti che resterà elevata nel corso di quest’anno, una view che trova conferma nelle parole della presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, secondo la quale l’inflazione “resterà troppo alta per troppo tempo”.
La scorsa settimana la Bce ha seguito la Federal Reserve (Fed), alzando i tassi d’interesse di un quarto di punto. Anche la Bank of England – che si trova in difficoltà a gestire un’inflazione particolarmente appiccicosa nel Regno Unito – ha appena alzato di 25 punti base.
Divergenza del ciclo economico tra Stati Uniti ed Eurozona
Le indicazioni macroeconomiche per l’Eurozona fanno prevedere un terzo trimestre debole e una crescita piatta. Si sta quindi aprendo una forchetta tra il ciclo congiunturale statunitense e quello europeo, con un’inflazione che fatica a scendere. L’economia americana, nonostante i rialzi della Fed, si mostra in buona salute. I risultati del secondo trimestre di “corporate America” sono stati brillanti, per la maggior parte sopra le attese, segno che le aziende sono state in grado di gestire gli eventi (inflazione, guerra). Tuttavia, anche in Eurozona nella prima parte del 2023 gli utili trimestrali sono stati positivi.
Previsioni d’inflazione e stretta monetaria
Gli ultimi dati sull’inflazione statunitense (i prossimi usciranno tra qualche giorno) confermano il rallentamento. Il CPI (Consumer price index) è aumentato dello 0,2% a giugno, e del 3% rispetto a un anno prima. Si tratta del rialzo più contenuto dal 2021. L’inflazione “core”, invece, quella più appiccicosa, è salita del 4,8% su base annuale. Ed è il livello dell’inflazione core, quella che esclude componenti volatili come i prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari, quello che oggi continua a preoccupare le banche centrali. Questo livello, infatti, è ben al di sopra dell'obiettivo del 2%.
Per contrastare questo elevato livello di inflazione, le banche centrali continueranno la stretta monetaria fino a quando non si verificherà un forte rallentamento dell’economia. Preoccupa soprattutto l’inflazione più vischiosa. In Eurozona, gli ultimi dati danno l’inflazione al 5,5%, mentre i prezzi dei beni alimentari, pur lentamente in discesa, a giugno erano ancora sopra l’11%.
Un tema da considerare nei prossimi mesi per capire dove andrà l’inflazione è l’aumento dei prezzi delle materie prime. Le discussioni all’interno delle banche centrali dovranno confrontarsi anche con queste statistiche:
Fonte: AXA IM, Bloomberg, luglio 2023
Perché ci piacciono le obbligazioni inflation-linked
In questo contesto, riteniamo che le obbligazioni indicizzate all'inflazione siano un'opportunità.
Il primo argomento è il livello effettivo dei rendimenti reali (vale a dire il tasso che si ottiene al di sopra dell'inflazione realizzata). Per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2008/2009, questo tasso di interesse è in territorio positivo in ogni mercato: Stati Uniti, Regno Unito e Eurozona. Quindi, anche se l'inflazione rallenta, l’investitore sta ottenendo un tasso reale positivo.
Il secondo argomento è che il tasso di breakeven è troppo basso. Attualmente è al 2%, il livello più basso dall'inizio dell'anno. Il tasso di breakeven delle aspettative d’inflazione del mercato sta scontando un rischio di rialzo a zero nel medio termine. Questo significa che il mercato ritiene che le banche centrali stiano abbassando l'inflazione verso il livello target. Considerato il contesto macroeconomico, noi riteniamo che questa view sia molto ottimista.
In conclusione, poiché disponiamo di tassi reali estremamente elevati e di tassi di breakeven troppo bassi, riteniamo che le obbligazioni indicizzate all'inflazione a breve termine siano un'ottima opzione per la seconda metà dell'anno.
Fonte: AXA IM, BofA, Bloomberg, maggio 2023. A solo scopo illustrativo
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