L’inflazione può sorprendere. Come posizionarsi?
Come proteggere i portafogli da un aumento dell’inflazione? Jonathan Baltora, Head of Sovereign, Inflation and FX di AXA IM, parla delle previsioni d’inflazione per il 2022 e delle ragioni per preferire una strategia inflation-linked short duration per questo momento di mercato.
L’inflazione ha cominciato a farsi sentire un po’ dappertutto. L’aumento dei costi dell’energia, e in generale delle materie prime, spinti dalla rapida crescita della domanda post-pandemia, sta avendo un impatto negativo sulle bollette dei cittadini, oltre che delle imprese.
In Italia, per esempio, si teme che le bollette del gas, da ottobre, possano crescere di oltre il 30%, e quelle per la corrente elettrica del 20%, a meno di interventi del governo. In Gran Bretagna la corsa dei prezzi del gas (quadruplicati) ha portato alla bancarotta diverse aziende fornitrici, lasciando i consumatori nel caos.
A inizio settimana, il prezzo del Brent ha superato gli $80 al barile per la prima volta in tre anni (da ottobre 2018). Gli analisti pensano che continuerà a salire spinto dalla forte domanda e da scarse forniture.
Inoltre, la spinta dei finanziamenti pubblici per la transizione “green” dell’economia ha alimentato l’impennata dei prezzi di materie prime essenziali per la sostenibilità, come rame, litio, cobalto e nickel.
“L’aumento dell’inflazione è globale, ed è alimentato da diversi fattori”, dice Jonathan Baltora, Head of Sovereign, Inflation and FX di AXA IM. Tra questi, “la riapertura dell’economia, la domanda superiore all’offerta con la penuria di approvvigionamenti e la massiccia iniezione di liquidità da parte dei governi nel sistema economico.”
Le ricerche su Google non mentono... il pubblico è preoccupato
Da diversi sondaggi, continua Baltora, emerge che “le aspettative del pubblico sono per un aumento dell’inflazione e ora anche gli economisti sembrano pensare che aumenterà ancora nel 2022.”
Anche il trend di ricerca su Google mostra inequivocabilmente le preoccupazioni del pubblico (in questo caso tedeschi e americani):
Fonte: AXA IM al 27/09/2021. Solo a scopo illustrativo.
L’inflazione è temporanea, ma quanto durerà questa “temporaneità”?
Si dice che questa inflazione è un fenomeno transitorio, temporaneo, legato alla ripresa economica. Per le banche centrali l’inflazione media dovrebbe ritornare a livelli di equilibrio più bassi nel 2022 e 2023. Tuttavia, secondo alcuni economisti ci sono segnali che avvalorano la tesi di un’inflazione più persistente.
La domanda allora è “quanto durerà questa transitorietà”, sottolinea Baltora. “La view di AXA IM è che l’inflazione sia transitoria, ma di pancia sento che dobbiamo guardare al rischio [che possa non esserlo],” perché “l’inflazione può sorprendere”.
Se si guarda agli Stati Uniti, i prezzi nei trasporti sono aumentati significativamente quest’anno, dai biglietti aerei al prezzo del gasolio. “Noi crediamo che questo aumento andrà moderandosi il prossimo anno, ma non che l’inflazione andrà a zero”, spiega il gestore, aggiungendo che anzi, “l’inflazione resterà alta per un po’.”
Secondo gli economisti di AXA IM, negli Stati Uniti l’inflazione rimarrà sopra il 4% fino alla fine del 2021, e nell’area euro resterà vicina al 2,5% fino alla fine del primo trimestre dell’anno prossimo.
L’aumento che ora osserviamo dovrebbe moderarsi con una normalizzazione della domanda e dei problemi relativi alle forniture.
“Per il 2022 ci aspettiamo un’inflazione intorno al 2,5% negli Stati Uniti e tra l’1% e l’1,5% nell’area euro”, spiega Baltora. Un livello che dovrebbe spingere le banche centrali a normalizzare le politiche monetarie.
Fonte: Refinitiv Datastream, 27/09/2021. A solo scopo illustrativo.
Come posizionarsi in questo scenario?
Al momento ogni indicatore punta a uno scenario di transitorietà, argomenta Baltora, ma gli economisti dicono che dobbiamo considerare i rischi: tensioni con la Cina (come la guerra dei dazi), il deficit fiscale, la rivoluzione green (che potrebbe far aumentare i prezzi nelle economie mature).
Le obbligazioni inflation-linked sono un ottimo strumento per proteggersi contro l’inflazione. E siccome i tassi d’interesse saliranno molto lentamente, per gli investitori obbligazionari non c’è motivo di preoccuparsi.
La performance delle obbligazioni inflation-linked è stata solida quest’anno (vedi grafico).
“Le politiche monetarie ultra accomodanti attuate dalle banche centrali hanno fatto aumentare le aspettative d’inflazione, al tempo stesso mantenendo bassi i tassi d’interesse,” spiega Baltora.
Fonte: AXA IM, Bloomberg al 27/09/2021
La nostra strategia preferita in questo momento: short maturity inflation-linked bonds
Storicamente, l’inflazione più elevata è stata associata a tassi d’interesse più elevati e “in questo contesto la nostra preferenza va ad asset con maturità più breve”, commenta Baltora.
AXA WF Global Inflation Short Duration permette di catturare l’inflazione focalizzandosi solo sulla parte breve della curva dei linkers. “E’ la nostra strategia preferita per questo momento” perché consente di “catturare l’inflazione senza avere troppa esposizione sulla duration”.
Dal lancio, AXA WF Global Inflation Short Duration ha messo a segno una performance netta del 15,5% per la classe d’azioni A USD hedged* (vedi grafico).
*AXA IM al 31 agosto 2021. Lancio: febbraio 2016. La performance passata non è indicativa dei risultati futuri.
“Quando l’inflazione sale, il mercato vuole comprare protezione dall’inflazione e il prezzo di questa protezione sale, quindi l’inflazione non si abbasserà rapidamente”, nota Baltora, aggiungendo che le obbligazioni indicizzate all’inflazione a lunga scadenza cominceranno a soffrire se aumentano i tassi d’interesse. “Quindi se compri obbligazioni long-maturity inflation-linked rischi di perdere denaro.”
“Il motivo per cui ci piace la strategia short duration è perché ci troviamo in un contesto di inflazione elevata e il carry, vale a dire il rendimento derivante dall’indicizzazione all’inflazione, è l’opportunità. Al tempo stesso vogliamo evitare di avere molta sensibilità ai movimenti della curva dei tassi d’interesse, quindi ci focalizziamo su titoli a breve scadenza,” conclude Baltora.
La migliore strategia per un contesto come l’attuale, di inflazione elevata e stabile, consiste nel combinare questi due aspetti.
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