Investment Institute
Sostenibilità

Moda: come investire in modo sostenibile (in un settore tra i più inquinanti)


In evidenza

  • L'industria della moda produce il 10% delle emissioni globali di CO2

  • Le aziende sono alla ricerca di innovazioni, nuove tecnologie e processi più responsabili per diventare più sostenibili

  • Oltre all’introduzione di nuove norme e politiche, si aprono potenziali opportunità di investimento

La moda è uno delle principali industrie al mondo, genera ricavi per circa 2.500 miliardi di dollari all’anno, ma è anche responsabile del 10% delle emissioni di CO2 globali, più della somma dei voli internazionali e del trasporto marittimo.

Non è dunque una sorpresa che fosse tra le priorità della COP27, la conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite. In quell’occasione, The Global Fashion Agenda, organizzazione no profit per la sostenibilità nella moda, ha avviato una consultazione di settore con la collaborazione delle Nazioni Unite sugli obiettivi climatici, con l’obiettivo di definire una serie di indicatori misurabili.

Come consumatori, operiamo scelte che tengono sempre più conto dell’ambiente. Quando si tratta di acquistare capi di abbigliamento, sono sempre di più le persone che vogliono sapere dove vengono prodotti e se i lavoratori vengono trattati con equità.

Le decisioni di spesa tengono conto di questi fattori: secondo le previsioni, i ricavi del mercato della moda sostenibile aumenteranno da 6,9 miliardi di dollari del 2021 a 10,3 miliardi nel 2026.

Per gli investitori è fondamentale individuare le imprese all’avanguardia dei processi a bassa intensità di carbonio, dell’innovazione tecnologica e della responsabilità sociale, che rappresentano potenziali opportunità di investimento mentre la moda usa e getta lascia il posto alla moda sostenibile.

Gli investitori dovrebbero prestare attenzione a questo fenomeno. Si stima infatti che il finanziamento delle innovazioni nel settore della moda per la sostenibilità potrebbe ammontare tra 20 e 30 miliardi di dollari all’anno.

 

L’impatto sociale e ambientale della moda

La moda produce effetti sul clima lungo l’intera catena del valore, dalle materie prime fino alla fine del ciclo di vita di un prodotto.

Secondo gli studi, ci vogliono 3.781 litri d’acqua per fare un paio di jeans, dalla coltivazione del cotone fino alla consegna del prodotto finale al negozio.

Ogni anno questo settore utilizza 93 miliardi di metri cubi d’acqua, una quantità che basterebbe a soddisfare il consumo complessivo di cinque milioni di persone. Inoltre, circa il 20% dell’inquinamento dell’acqua industriale su scala globale dipende dalla tintura e dal trattamento di tessuti.

Nell’epoca della moda usa e getta non sorprende che il numero di volte in cui un indumento viene indossato in media è diminuito del 36% rispetto a 15 anni fa. Il 73% dei vestiti che buttiamo viene bruciato o portato in discarica.

Il modello dell’economia circolare nella moda, ovvero l’idea di riutilizzare, riparare e riciclare, secondo la Ellen MacArthur Foundation potrebbe risolvere molti problemi, oltre a valere 700 miliardi di dollari entro il 2030.

Se l’idea a prima vista può sembrare controproducente per le aziende che producono e vendono nuovi capi di abbigliamento, ci sono opportunità di business nella rivendita, nel noleggio e nell’utilizzo di abiti riciclati per la produzione di nuovi capi.

Non dobbiamo poi dimenticare l’aspetto sociale. Oggi l’industria tessile e dell’abbigliamento impiega circa 300 milioni di persone lungo la catena del valore, di cui una percentuale elevata sono donne. Le imprese devono considerare problematiche come la salute e la sicurezza e un’equa retribuzione, mentre gli investitori vogliono vedere le prove della sostenibilità lungo l’intera catena di distribuzione.

 

Le innovazioni con un impatto positivo

Molte società del settore comunicano i propri obiettivi di sostenibilità, e in qualche caso fanno notizia come quando il fondatore della società di abbigliamento outdoor Patagonia ha dichiarato che tutti gli utili futuri dell’azienda privata sarebbero stati impiegati nella lotta contro i cambiamenti climatici.

Ci sono poi altre aziende nella catena del valore della moda che, pur con meno clamore, utilizzano l’energia rinnovabile per alimentare fabbriche e magazzini, optano per materie prime più sostenibili e processi più attenti all’ambiente, per esempio usando meno acqua per tingere il cotone.

Si utilizzano inoltre le nuove tecnologie come la blockchain: un consorzio composto da LVMH, Prada e Cartier ha trovato il modo di dare un’identità digitale ai prodotti, per cui l’azienda e il cliente possono tener traccia dell’intero ciclo di vita del prodotto, dalla materia prima fino alla vendita di seconda mano.

Per il settore nel suo complesso la strada da percorrere però è ancora lunga, come evidenziato da due recenti sondaggi. Il Business of Fashion Sustainability Index 2002 che coinvolge 30 delle principali società della moda, sottolinea che “mancano le prove che gli obiettivi vengono tradotti in azioni concrete”. Secondo il Fashion Transparency Index, il 50% dei marchi più grandi non divulga informazioni sulla catena di distribuzione.

 

Più chiarezza dalla politica

Le autorità di vigilanza e regolamentazione hanno un ruolo importante per incrementare la sostenibilità del settore della moda. Recentemente sono state introdotte sanzioni per le società coinvolte in attività di greenwashing.

Altre iniziative come l’Alleanza delle Nazioni Unite per la moda sostenibile e la Carta dell'industria della moda per il clima stanno cercando di coordinare gli interventi nel settore.

Sono in preparazione altre iniziative per fare chiarezza per gli investitori e che potrebbero incidere sul percorso della moda verso la sostenibilità.

Un nuovo disegno di legge presentato l’anno scorso negli Stati Uniti prevede che le aziende di abbigliamento e calzature con ricavi superiori a 100 milioni di dollari, in particolare a New York, rendano noti gli obiettivi di performance ambientale e sul clima. La legge Fashion Sustainability and Social Accountability Act verrà discussa quest’anno e, qualora approvata, potrebbe aprire la strada a norme analoghe anche in altri Paesi. La consultazione lanciata dalle Nazioni Unite e GFA alla COP27 pubblicherà gli obiettivi a giugno.

 

Come identificare i leader della sostenibilità

L’industria della moda indubbiamente ha contribuito ai cambiamenti climatici, il comportamento dei consumatori deve cambiare, e qualcosa è già stato fatto. Ci sono stati interventi incoraggianti da parte delle autorità e dagli organismi di settore, ma anche da parte dei produttori di abbigliamento e dei rivenditori. Gli investitori si sentono rassicurati, potendo fare riferimento a obiettivi misurabili, e intravedono possibili opportunità di investimento.

Indubbiamente però servono nuovi investimenti in innovazione, processi e tecniche di produzione che aprano nuove opportunità. Le aziende dovranno adattare i propri business model, sia nella fase di produzione ma anche nel design, affinché i capi durino più a lungo e siano più facilmente riciclabili.

Per i produttori e i rivenditori di abbigliamento diventa sempre più importante dimostrare l’impegno per la sostenibilità e l’attenzione per le tematiche ambientali, sociali e di governance. I leader in campo ESG hanno un vantaggio competitivo, attirano i consumatori e possono aumentare le vendite nonché correre meno rischi correlati ai fattori ambientali, sociali e di governance.

Diventa dunque fondamentale identificare queste aziende e impegnarsi attivamente con loro nella transizione. Man mano che la sostenibilità diventa una parte essenziale della moda, non più una nicchia, aumenteranno le opportunità per gli investitori responsabili.

Ti potrebbe interessare

Sostenibilità

COP29 al via mentre la Spagna fa i conti con l’ultimo disastro climatico

Sostenibilità

Energia: come ridurre le perdite attraverso l’elettricità

Sostenibilità

Cinque tecnologie chiave per combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità

    Informazioni importanti

    Le società citate sono solamente a scopo informativo e non devono essere interpretate come un suggerimento di investimento.

    Disclaimer

    Prima dell’investimento in qualsiasi fondo gestito o promosso da AXA Investment Managers o dalle società ad essa affiliate, si prega di consultare il Prospetto e il Documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KID). Tali documenti, che descrivono anche i diritti degli investitori, possono essere consultati - per i fondi commercializzati in Italia - in qualsiasi momento, gratuitamente, sul sito internet www.axa-im.it e possono essere ottenuti gratuitamente, su richiesta, presso la sede di AXA Investment Managers. Il Prospetto è disponibile in lingua italiana e in lingua inglese. Il KID è disponibile nella lingua ufficiale locale del paese di distribuzione. Maggiori informazioni sulla politica dei reclami di AXA IM sono al seguente link: https://www.axa-im.it/avvertenze-legali/gestione-reclami. La sintesi dei diritti dell'investitore in inglese è disponibile sul sito web di AXA IM https://www.axa-im.com/important-information/summary-investor-rights.

    I contenuti pubblicati nel presente sito internet hanno finalità informativa e non vanno intesi come ricerca in materia di investimenti o analisi su strumenti finanziari ai sensi della Direttiva MiFID II (2014/65/UE), raccomandazione, offerta o sollecitazione all’acquisto, alla sottoscrizione o alla vendita di strumenti finanziari o alla partecipazione a strategie commerciali da parte di AXA Investment Managers o di società ad essa affiliate, né la raccomandazione di una specifica strategia d'investimento o una raccomandazione personalizzata all'acquisto o alla vendita di titoli. L’investimento in qualsiasi fondo gestito o promosso da AXA Investment Managers o dalle società ad essa affiliate è accettato soltanto se proveniente da investitori che siano in possesso dei requisiti richiesti ai sensi del prospetto informativo in vigore e della relativa documentazione di offerta.

    Il presente sito contiene informazioni parziali e le stime, le previsioni e i pareri qui espressi possono essere interpretati soggettivamente. Le informazioni fornite all’interno del presente sito non tengono conto degli obiettivi d’investimento individuali, della situazione finanziaria o di particolari bisogni del singolo utente. Qualsiasi opinione espressa nel presente sito internet non è una dichiarazione di fatto e non costituisce una consulenza di investimento. Le previsioni, le proiezioni o gli obiettivi sono solo indicativi e non sono garantiti in alcun modo. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il valore degli investimenti e il reddito da essi derivante possono variare, sia in aumento che in diminuzione, e gli investitori potrebbero non recuperare l’importo originariamente investito.

    Ancorché AXA Investment Managers impieghi ogni ragionevole sforzo per far sì che le informazioni contenute nel presente sito internet siano aggiornate ed accurate alla data di pubblicazione, non viene rilasciata alcuna garanzia in ordine all’accuratezza, affidabilità o completezza delle informazioni ivi fornite. AXA Investment Managers declina espressamente ogni responsabilità in ordine ad eventuali perdite derivanti, direttamente od indirettamente, dall’utilizzo, in qualsiasi forma e per qualsiasi finalità, delle informazioni e dei dati presenti sul sito.

    AXA Investment Managers non è responsabile dell’accuratezza dei contenuti di altri siti internet eventualmente collegati a questo sito. L’esistenza di un collegamento ad un altro sito non implica approvazione da parte di AXA Investment Managers delle informazioni ivi fornite. Il contenuto del presente sito, ivi inclusi i dati, le informazioni, i grafici, i documenti, le immagini, i loghi e il nome del dominio, è di proprietà esclusiva di AXA Investment Managers e, salvo diversa specificazione, è coperto da copyright e protetto da ogni altra regolamentazione inerente alla proprietà intellettuale. In nessun caso è consentita la copia, riproduzione o diffusione delle informazioni contenute nel presente sito.  

    AXA Investment Managers può decidere di porre fine alle disposizioni adottate per la commercializzazione dei suoi organismi di investimento collettivo in conformità a quanto previsto dall'articolo 93 bis della direttiva 2009/65/CE.

    AXA Investment Managers si riserva il diritto di aggiornare o rivedere il contenuto del presente sito internet senza preavviso.

    A cura di AXA IM Paris – Sede Secondaria Italiana, Corso di Porta Romana, 68 - 20122 - Milano, sito internet www.axa-im.it.

    © 2024 AXA Investment Managers. Tutti i diritti riservati.