Biodiversità a rischio: 7 cose da sapere
La biodiversità sta diventando un tema sempre più importante sia a livello globale e sia per le strategie d’investimento. Per la prima volta, dalla Conferenza sulla Biodiversità di Montreal (COP 15) è emerso un obiettivo globale di tutela delle specie viventi e degli ecosistemi. Ecco alcune risposte alle principali domande su questo tema: Cos’è la biodiversità? Perché è importante? E in che misura può incidere sulle decisioni di investimento?
1. Cos’è la biodiversità?
La biodiversità è la varietà degli organismi viventi nelle loro diverse forme, e nei rispettivi ecosistemi, terresti e marini. Comprende le caratteristiche dei sistemi viventi e include ogni aspetto, dalle diversità all’interno di una specie a quelle tra le specie e degli ecosistemi in cui vivono.
La vita dell’uomo e la salute del pianeta dipendono dalle complesse interazioni tra organismi viventi in natura: le interazioni che consentono i raccolti, forniscono acqua potabile, permettono la decomposizione dei rifiuti, contribuiscono a regolare il clima, e così via. Tali benefici sono chiamati “servizi ecosistemici”. Secondo le stime, il loro valore è di oltre 150 mila miliardi di dollari all’anno.
L’importanza della biodiversità dipende dal modo in cui le attività e le interdipendenze tra organismi viventi consentono agli ecosistemi di funzionare e di conseguenza di prestare servizi ecosistemici. Praticamente, più la biodiversità è intatta, più saremo in grado di procurare cibo e acqua, di controllare l’erosione del suolo e le inondazioni o di sequestrare le emissioni di carbonio.
2. Qual è lo stato attuale della biodiversità e cosa provoca la perdita di biodiversità?
La biodiversità sulla Terra si sta deteriorando a ritmi allarmanti, più velocemente che in qualsiasi altro periodo della storia dell’umanità. Ciò è attribuibile principalmente ai cambiamenti indotti dall’uomo.
Le attività dell’uomo hanno avuto impatti profondi su circa il 66% degli ecosistemi marini e sul 75% degli ecosistemi terrestri, nonché la perdita dell’85% dei terreni acquitrinosi. Secondo le Nazioni Unite, un milione di specie rischia oggi l’estinzione.
Ci sono cinque cause dirette della perdita di biodiversità:
- Modifiche nell’utilizzo del suolo e del mare: distruzione o disturbo dell’habitat, degrado del terreno e del suolo, deforestazione, conversione degli ecosistemi, ecc.
- Sfruttamento diretto: eccessiva estrazione delle risorse, tra cui eccessive attività di pesca o disboscamento, eccessiva estrazione di acqua dolce, ecc.
- Cambiamenti climatici: il riscaldamento globale può danneggiare gli ecosistemi e accelerare l’estinzione delle specie.
- Inquinamento: dell’aria, dell’acqua, del suolo in varie forme, tra l’altro con l’inquinamento da plastica, chimico o da nutrienti.
- Specie esotiche invasive: l’introduzione di piante, animali e altri organismi alloctoni attraverso la produzione agricola, il turismo, gli scambi commerciali internazionali, ecc.
3. Qual è il collegamento tra biodiversità e cambiamenti climatici?
La perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici sono rischi sistemici interconnessi, pertanto è impossibile affrontarli separatamente. I cambiamenti climatici sono una delle cause della perdita di biodiversità e probabilmente diventeranno la causa principale entro il 2050, superando le modifiche nell’utilizzo del suolo. Nel contempo, la natura e la biodiversità possono fornire preziose soluzioni per il contenimento e l’adattamento ai cambiamenti climatici, tra l’altro come serbatoi di carbonio e una protezione naturale contro eventi climatici estremi. Gli ecosistemi terrestri e marini assorbono oltre la metà delle emissioni di carbonio prodotte dall’uomo. Il rapporto tra di loro è tale che gli effetti negativi di uno di questi fattori sono in grado di ostacolare la lotta contro un altro.
4. Quali sono le implicazioni economiche della perdita di biodiversità? E quelle per gli investitori?
Oltre la metà del Pil globale dipende dalla biodiversità efficiente1 , e il degrado degli ecosistemi costa all’economia globale più di 5 mila miliardi di dollari all’anno sotto forma della perdita di servizi ecosistemici. La perdita di biodiversità comporta anche rischi economici, correlati alle oscillazioni dei costi delle materie prime e alle interruzioni dell’attività e dei canali di distribuzione. Secondo le stime della Banca mondiale, la crisi di tre servizi ecosistemici (impollinazione, legname e pesca) costerebbe la perdita del 2,3% del Pil globale entro il 20302 .
Per gli investitori diventa sempre più importante valutare in che modo la perdita di biodiversità può incidere sulla sostenibilità dei portafogli nel lungo periodo, in particolare attraverso l’interruzione delle attività o degli scambi sul mercato, rischi reputazionali e normativi, potenzialmente anche con un calo del rendimento. Occorre dunque integrare le considerazioni sulla biodiversità nelle attività di investimento, dando priorità agli investimenti che tengono conto della biodiversità, per gestire tali rischi e produrre un effetto positivo sull’ambiente e sulla società civile.
5. Quali settori contribuiscono maggiormente alla perdita di biodiversità e quali sono più a rischio?
La perdita di biodiversità riguarda tutti i settori. Tutti i segmenti economici sono in qualche modo dipendenti dalla natura e producono un impatto attraverso le loro attività. Tali dinamiche sono però più evidenti in agricoltura, pesca e silvicoltura, nel settore minerario e manifatturiero3 .
Non è una sorpresa che le attività del settore primario sono quelle in cui servirebbe una maggiore sostenibilità nell’uso delle risorse naturali. La coltivazione e l’estrazione fanno un uso intensivo delle risorse e possono dunque esercitare forti pressioni sull’ambiente.
Nel settore agroalimentare, la causa principale della perdita di biodiversità riguarda le modifiche nell’uso del suolo, soprattutto perché servono grandi distese di terra per la coltivazione dei raccolti o l’allevamento del bestiame. L’espansione dell’agricoltura ha raggiunto un punto in cui oltre un terzo della superficie terrestre viene utilizzata per raccolti e bestiame.
Nel settore minerario, l’estrazione e l’inquinamento dell’acqua oltre alle modifiche nell’uso del suolo possono mettere sotto forte pressione la biodiversità. Per esempio, le attività minerarie richiedono molta acqua, col rischio di provocare la carenza di acqua nel territorio, e rilasciano componenti tossici nell’acqua. L’estrazione non solo altera il panorama naturale ma, quando le risorse di un’area non sono più sfruttabili, si espande in un altro territorio.
Il settore manifatturiero coinvolge diverse catene del valore; gli effetti possono essere diversi a seconda delle risorse utilizzate nei processi manifatturieri e del prodotto finale4 . Nell’industria tessile, per esempio, il fattore principale possono essere le modifiche nell’uso del terreno upstream da parte dei fornitori delle fibre naturali5 . Nel settore chimico, l’inquinamento dell’acqua può essere particolarmente dannoso per il degrado della biodiversità6 .
6. Come possiamo comprendere e misurare gli effetti sulla biodiversità di un’azienda?
Uno dei modi più comuni per cercare di misurare gli effetti sulla biodiversità provocati da un’azienda è attraverso l’impronta della biodiversità. Non esiste ancora un indicatore comunemente accettato per misurarla, ma ci sono diversi strumenti disponibili. Sotto diversi aspetti, ciò riflette la complessità della biodiversità stessa, oltre che le diverse esigenze e applicazioni delle istituzioni che utilizzano tali strumenti.
Noi di AXA IM utilizziamo un indicatore chiamato “Impronta sulla biodiversità aziendale” (CBF) sviluppato da Iceberg Data Lab, in cui abbiamo una partecipazione. Quest’indicatore si propone di stimare gli effetti negativi sulla biodiversità derivanti dalle attività economiche di un’azienda lungo la catena del valore, in un determinato anno. Prende in considerazione gli effetti provocati da diversi fattori (modifiche nell’uso del suolo, cambiamenti climatici, inquinamento), correlati ai processi, ai prodotti e alle catene di distribuzione di un’azienda.
7. Quali sono le opportunità di investimento derivanti dalla lotta contro la perdita di biodiversità?
La necessità di modelli di produzione e consumo più sostenibili apre numerose opportunità di investimento. Possiamo fare la differenza investendo in aziende che forniscono soluzioni per la perdita di biodiversità, attraverso prodotti, servizi e tecnologie alternative che consentono una migliore conservazione e protezione degli ecosistemi. Per esempio, in segmenti come l’agricoltura di precisione o rigenerativa, alimenti a base vegetale, imballaggi sostenibili, trattamento dell’acqua.
Gli investitori nel reddito fisso possono inoltre contribuire alla protezione della biodiversità attraverso le obbligazioni a impatto sociale, i cui proventi vengono utilizzati per affrontare problematiche sociali o ambientali. I fondi raccolti attraverso i green bond, in particolare, possono essere utilizzati per finanziare progetti correlati alla biodiversità. Le obbligazioni collegate a obiettivi di sostenibilità (SLB) potranno offrire opportunità di investimento complementari e più ampie man mano che il mercato matura. Sotto molteplici aspetti, queste obbligazioni possono essere adattate alle sfide che molti emittenti dovranno affrontare sul tema della biodiversità. Le aziende stanno attribuendo sempre più importanza alla biodiversità e definiscono obiettivi correlati al tema, per cui aumenteranno anche le opportunità di investimento.
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Biodiversità
La riduzione di biodiversità comporta ingenti costi ambientali e sociali, che sottraggono ogni anno all'economia globale il 10% dell'intera produzione. Servono investimenti strategici da parte delle imprese per ripristinare e proteggere la biodiversità su scala globale.
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