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Sostenibilità

L'ora del green fintech


Quando il fintech si mette al servizio della finanza sostenibile si parla di green fintech. È un fenomeno che ha ormai preso quota un po' in tutto il mondo, come dimostrano il numero di startup attive in questo campo e le iniziative promosse a livello istituzionale.

Se, come spiega la Consob (l'authority italiana dei mercati finanziari), con fintech s'intende l'innovazione tecnologica al servizio dell'innovazione finanziaria, con il termine green fintech si fa riferimento all'incrocio tra fintech e finanza sostenibile. In pratica è il luogo d'incontro tra due grandi tendenze destinate a cambiare sempre più il volto della finanza, cioè la digitalizzazione e la sostenibilità. Una combinazione che sta conoscendo un forte sviluppo e attirando grande attenzione, in Italia come nel resto del mondo.

 

Startup green & social crescono

L'ultima indagine annuale dell'Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano ha messo in evidenza come nell'ambito delle startup fintech siano in crescita quelle che nel loro operare pongono particolare attenzione ai temi della sostenibilità.

Su oltre duemila e cinquecento startup fintech censite nel mondo, secondo l'indagine oltre un quarto (il 27%) rientra infatti nella categoria Green & Social. La percentuale è addirittura doppia rispetto a quella media globale (54%) se si considerano le startup che operano in Africa, rimane elevata per quelle attive in Asia (40%), mentre scende in Europa (26%) e nel continente americano (22%). Interessante è notare come le startup si distribuiscano a livello globale in riferimento agli SDGs (gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile, o Global Goals, lanciati dalle Nazioni Unite nel 2015) verso i quali maggiormente orientano la propria azione: poco meno di un quinto di esse (18%) si concentra su un solo SDG, percentuale che si dimezza (9%) se si considerano quelle che tengono in considerazione più di un Global Goal. Le startup più attente e attive sui temi di sostenibilità si distinguono anche in riferimento alla capacità che hanno di accedere a finanziamenti: in media, infatti, raccolgono il 25% dei fondi in più rispetto alle startup non focalizzate sulla sostenibilità.

 

Fonte: "Fintech e sostenibilità: a livello globale un quarto delle startup sono Green & Social" (dati dell'Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano).

 

Si muove Banca d'Italia

Fatte salve le possibili sfumature terminologiche, dove al green fintech si trovano ad esempio affiancati termini quali climate fintech, che ricomprende le startup fintech focalizzate in particolare sulla lotta alla crisi climatica, o sustainable fintech, che indica un orientamento di business rivolto a produrre un generale impatto positivo di carattere sociale, ambientale ed economico, sono numerose le iniziative istituzionali che testimoniano la crescita dell'interesse verso il fenomeno.

In Italia una delle più significative è stata promossa lo scorso anno dalla Banca d'Italia in collaborazione con l'Innovation Hub della Banca dei Regolamenti internazionali (BRI), il cui lancio è avvenuto durante la Presidenza italiana del G20. Si tratta di G20 TechSprint 2021, una gara internazionale in stile "hackaton" che mirava a stimolare l'elaborazione di soluzioni tecnologiche innovative (quasi un centinaio quelle presentate, circa 250 le manifestazioni d'interesse pervenute, una novantina le squadre coinvolte in rappresentanza di 25 Paesi) utili ad affrontare alcuni dei principali problemi che la finanza sostenibile si trova oggi ad affrontare: la raccolta, verifica e condivisione di dati; l'analisi e valutazione dei rischi di transizione e dei rischi fisici legati al clima; il miglioramento del collegamento tra progetti e investitori.

 

Un fenomeno internazionale

L'Italia non è certamente l'unica ad aver attivato un faro istituzionale sul green fintech. Fra i Paesi coi quali solitamente ci confrontiamo, ad averlo fatto attraverso iniziative similari sono stati ad esempio: la Svizzera, con una survey sul tema promossa dalla Segreteria di Stato e l'elaborazione di un Action plan specifico; il Regno Unito, con il Sustainability TechSprint e il Green FinTech Challenge; la Francia, con il Challenge Fintech for Tomorrow, giunto alla quinta edizione.

Quello tra digitalizzazione e sostenibilità, dunque, è un connubio su cui ormai si concentra l'attenzione della finanza a livello mondiale e si cercano soluzioni condivise su scala planetaria. La Green Digital Finance Alliance, alla cui nascita ha contribuito il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP), è l'iniziativa internazionale di più vasta portata attiva in quest'ambito. Il suo obiettivo è sfruttare il potenziale delle tecnologie digitali per dare forma a un sistema finanziario globale più allineato con le istanze dello sviluppo sostenibile, anche attraverso la definizione di una vera e propria tassonomia per il green fintech.

Sempre la Green Digital Finance Alliance, in collaborazione con FC4S Network (il network dei centri finanziari internazionali per la sostenibilità), ha realizzato per il Gruppo di Lavoro del G20 sulla Finanza sostenibile un documento che affronta, raccogliendo buone pratiche e indicando raccomandazioni, una delle questioni più calde nell'ambito della finanza sostenibile: l'utilizzo di tecnologie digitali (ad es. l'intelligenza artificiale) per la raccolta e analisi di dati ESG (ambientali, sociali e di governance) e la produzione di rating ESG.

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