Tempo di crisi: quale impatto sulla finanza sostenibile
L'impatto degli anni della pandemia non poteva non riguardare anche la finanza sostenibile e la percezione che di essa hanno i risparmiatori. Il tema è stato al centro dell'ultima edizione della Settimana SRI promossa dal Forum per la Finanza Sostenibile. Da qui occorre partire per affrontare le sfide del futuro.
È una domanda che in questi due anni probabilmente ci siamo fatti tutti: in che modo la pandemia di Covid-19 avrà cambiato le nostre vite? Una questione che vale ovviamente anche per le scelte d'investimento e che il Forum per la Finanza Sostenibile (FFS) ha affrontato durante la Settimana SRI 2021.
Cosa è già cambiato. Cosa potrebbe cambiare
"Finanza sostenibile in tempo di crisi: la percezione dei risparmiatori" è il titolo dello studio presentato nell'occasione da FFS in collaborazione con BVA Doxa. L'obiettivo era quello di indagare se e in che misura comportamenti e scelte di risparmio e investimento degli italiani, con particolare riferimento alla finanza sostenibile e responsabile (SRI), sono stati influenzati dalla prolungata emergenza sanitaria. Lo studio si è basato su interviste a un migliaio di risparmiatori, il 18% dei quali già investitori in prodotti finanziari SRI. Ne è emerso che la pandemia non solo ha già avuto un impatto importante, ma potrebbe continuare a influenzare gli orientamenti dei risparmiatori anche nei prossimi anni.
Una delle evidenze più significative dello studio ha riguardato l'incremento dello spazio che con la pandemia i risparmiatori hanno riservato, all'interno dei propri investimenti, a quelli SRI: un terzo abbondante degli intervistati (35%) ha infatti dichiarato di aver accresciuto la quota di investimenti SRI dall'inizio della pandemia. Inoltre, un'ampia maggioranza (57%) ha risposto che, pur non avendolo fatto, pensa di aumentare la quota dei propri investimenti SRI in futuro. Solo una piccola parte (8%) ha invece affermato di non averlo fatto e di non essere interessata a farlo.
Questi risultati sono da leggere in combinazione con quelli sulla rilevanza che i risparmiatori assegnano ai temi ESG (ambientali, sociali e di governance) quando si tratta di scegliere come e dove investire. Già allo stato attuale, secondo la fotografia scattata dallo studio, i risparmiatori che ritengono che i temi ESG siano abbastanza (61%) o molto (21%) importanti rappresentano, se considerati insieme, la larghissima maggioranza. Ma l'impatto della situazione legata al Covid-19 sembra destinato a influire ancor più positivamente, cioè a favore della sostenibilità, nel prossimo futuro: quasi la metà (48%) degli intervistati, infatti, crede che per via della pandemia l'attenzione di cittadini, imprese e istituzioni verso le tematiche ESG aumenterà. Solo il 12% pensa invece che l'effetto sarà nel senso di una diminuzione. Per il restante 40%, suddivisi quasi equamente tra chi crede che l'attenzione sia già alta (19%) e chi al contrario crede che l'attenzione sia bassa (21%), non dovrebbe cambiare nulla.
Settori più (e meno) attrattivi
Lo spostamento nelle preferenze dei risparmiatori è forse ancora più evidente se si osserva la percezione che essi hanno di quali settori economici, per effetto dell'emergenza sanitaria, sono destinati a diventare più attrattivi dal punto di vista degli investimenti.
Anche in questo caso i rispondenti che credono che le vicende legate al Covid-19, e alla conseguente crisi economica, abbiano modificato l'attrattività di alcuni settori sono in larga maggioranza (56%). La loro opinione sui settori potenzialmente più attrattivi nel post-pandemia (era possibile una risposta multipla) è piuttosto netta: saldamente in testa, infatti, sono risultati i due settori che la pandemia ha sollecitato di più, quello farmaceutico (65%) e quello sanitario (63%). In terza posizione il settore tecnologico/digitale (56%), anch'esso in grande evidenza durante la pandemia (basti pensare alla crescita esponenziale, specie nei periodi di lock down, dello smart working e della didattica a distanza). A seguire il settore energetico (35%), la mobilità elettrica (28%), l'immobiliare (21%), l'agroalimentare (19%) e le infrastrutture (12%).
Le sfide del post-pandemia
Comprendere e gestire l'impatto della pandemia sarà una delle questioni centrali per la finanza sostenibile nei prossimi anni. Nella giornata conclusiva della Settimana SRI, FFS (che ha raggiunto una base associativa di 130 membri, fra i quali figura AXA Investment Managers) ha indicato da una parte quelle che valuta siano le principali sfide future per la finanza sostenibile, dall'altra le strategie di azione che ritiene più efficaci per affrontarle. Considerazioni che nel loro insieme offrono indicazioni sull'evoluzione che la finanza sostenibile potrebbe seguire negli anni della post-pandemia, in Italia e a livello internazionale.
Tra le sfide principali figurano: aumento di operatori e masse gestite che integrano criteri ESG; contrasto al greenwashing; analisi della transizione ecologica in termini di costi e opportunità per gli investitori.
Le strategie d’azione sono suddivise in quattro aree: la ricerca, per esempio attraverso il rafforzamento della collaborazione tra operatori finanziari e mondo accademico; l'educazione finanziaria e la comunicazione della finanza sostenibile a un pubblico sempre più ampio; la facilitazione di iniziative di engagement collaborativo; il monitoraggio dell'evoluzione normativa che riguarda il settore e il rafforzamento delle attività e delle relazioni a livello europeo e internazionale.
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