Economia USA: troppo potente per essere ignorata
Tutto ciò che riguarda gli Stati Uniti ha dimensioni rilevanti: il suo mercato, la sua economia e le aziende che vi hanno sede. Inoltre, la congiuntura continua a disorientare gli investitori. Molti prevedevano una recessione nel 2023, cosa che però non si è mai verificata. Al contrario, stando al Tesoro americano, la crescita economica degli ultimi 12 mesi si è rivelata superiore alla media grazie "a una produzione più robusta, alla tenuta del mercato del lavoro e al rallentamento dell'inflazione".
Il contesto più solido del previsto si è tradotto in ottimi rendimenti del mercato azionario nel 2023, con l'indice S&P 500 in progressione del 26%, il Dow Jones del 17% e il Nasdaq, fortemente improntato al settore tecnologico, in rialzo di uno sfavillante 45%, grazie alla ben nota ascesa dell'intelligenza artificiale generativa. Lo slancio è proseguito anche nel 2024, con ciascuno dei suddetti indici che ha toccato nuovi massimi.1
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Potenza economica
È lecito prevedere un certo fermento del mercato a ridosso e forse anche dopo le elezioni. Ma nonostante l'incidenza planetaria di queste presidenziali, gli Stati Uniti sono da tempo considerati una realtà fin troppo vasta per essere ignorata dagli investitori. Ed è facile capire perché. Si tratta di fatto della più grande economia al mondo, una posizione che il Paese detiene dalla fine del XIX secolo, il che la rende anche la più potente e quindi la più influente.
Il prodotto interno lordo (PIL) degli Stati Uniti, che riunisce i beni e i servizi prodotti nel Paese, ha un valore che sfiora i $ 28.000 miliardi. A titolo di confronto, la seconda economia mondiale, la Cina, vanta un PIL di $ 18.600 miliardi, oltre un terzo in meno.2
Fonte: World GDP Rankings 2024: i 10 Paesi con il maggior Prodotto Interno Lordo, Forbes India; "Più forte per più tempo" il PIL potrebbe aumentare le preoccupazioni fiscali degli Stati Uniti, Reuters.
Peraltro, il dollaro USA è la valuta più utilizzata al mondo e, di conseguenza, qualsiasi intervento di politica monetaria da parte della Federal Reserve, la banca centrale americana, ha un impatto considerevole sullo scenario finanziario globale.
Il Paese è anche sede di alcune delle aziende più importanti del mondo in diversi settori: servizi professionali, industria manifatturiera, agricoltura, sanità, immobiliare, servizi finanziari e, naturalmente, tecnologia, attività, quest'ultima, in grado di dare un forte impulso ai recenti rendimenti del mercato azionario.
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Driver di mercato e valutazioni
In termini di quota di mercato, gli Stati Uniti rappresentano circa il 60% del mercato azionario globale, per un valore di $ 50.800 miliardi. Nel Paese si concentrano gran parte delle dieci maggiori società al mondo, compresi molti dei giganti tecnologici, Alphabet (Google), Amazon, Apple, Meta Platforms (Facebook), Microsoft e Nvidia, le cui singole valutazioni superano $ 1.000 miliardi. Tra le prime dieci posizioni a livello mondiale figurano anche il gruppo finanziario Berkshire Hathaway di Warren Buffett e la casa farmaceutica Eli Lilly.3
Anche il mercato obbligazionario globale è dominato dagli Stati Uniti, per un volume di circa $ 51.300 miliardi, a fronte di un mercato del reddito fisso cinese che, con i suoi $ 20.900 miliardi, ne vale meno della metà. Ovviamente, dato che i mercati obbligazionari e azionari statunitensi hanno esibito un pregevole andamento, le valutazioni hanno continuato a salire. Il rapporto prezzo/utili delle azioni statunitensi, che misura il prezzo delle azioni di una società in relazione ai suoi utili per azione, è ai massimi da due anni.4
Sia in ambito azionario che obbligazionario, i prezzi risultano piuttosto elevati, il che significa che le valutazioni attuali presentano rischi di cui bisogna tenere conto. Tuttavia, a nostro avviso, la performance è sostenuta da un'economia solida, da bilanci robusti e dalla redditività delle imprese. Gli utili dovrebbero aumentare anche nel 2024, poiché la crescita del PIL statunitense continua a sorprendere al rialzo. Inoltre, i tassi d'interesse dovrebbero scendere prima o poi. Nel caso in cui ciò avvenga per effetto di un'inflazione più contenuta, il calo dei tassi sarà positivo per i titoli azionari e obbligazionari. Per il momento, è probabile che eventuali battute d'arresto dei livelli di mercato vengano accolte da una reazione "buy-on-dips".
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In conclusione
Indubbiamente, come avviene per qualsiasi mercato, gli Stati Uniti non seguono un andamento lineare: possono e potranno muoversi sia al ribasso che al rialzo. Oltre a tassi d'interesse più bassi e a una crescita globale più equilibrata, tra i driver secolari della performance del mercato azionario si annoverano l'automazione, la digitalizzazione e la transizione ecologica. Tuttavia, è opportuno tenere presente che, oltre al settore tecnologico, anche quello industriale e quello finanziario hanno finora esibito solidi total returns quest'anno.5
Di certo, non sarebbe saggio credere che la robusta performance degli ultimi tempi si protrarrà ininterrottamente. Non ci si stupirebbe più di tanto se il mercato azionario statunitense attraversasse un periodo di assestamento, soprattutto se si considera che gran parte del recente rally è stato trainato dal settore tecnologico. Ma sul lungo periodo, data la diversità dei settori e la profondità dell'innovazione offerta, riteniamo che gli Stati Uniti siano un mercato da non trascurare. Nemmeno le imminenti elezioni dovrebbero offuscarne l'attrattiva a lungo termine. Persino il presidente della Fed Jerome Powell ha affermato che, sebbene la riunione di politica monetaria di novembre della banca centrale statunitense sia prevista all'indomani delle elezioni, l'esito non influenzerà in alcun modo le decisioni sui tassi d'interesse.
Con ciò non si vuole sminuire la possibilità di una politica monetaria che vari a seconda dell'esito del voto di novembre. Torneremo su questo argomento nel corso dell'anno. In ogni caso, le aziende si dimostrano resilienti e godono di buona salute, per cui l'economia statunitense si appresta ad affrontare il periodo elettorale su basi decisamente solide. Questi elementi dovrebbero favorire i rendimenti per gli investitori in eventuali fasi di incertezza politica.
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