Nel 2030 gli over 65 spenderanno 15.000 miliardi di dollari
L’Italia è in prima linea nell’eurozona per invecchiamento della popolazione: più di un terzo (il 37,6%) ha almeno 65 anni. Il mondo del business guarda con sempre maggiore attenzione a questa crescente fascia della popolazione, che spende e consuma. A livello globale è stato calcolato che la spesa degli over 65 potrebbe arrivare a circa 15.000 miliardi di dollari entro il 2030.
L’età media in Italia è di 48 anni. Questo dato catapulta il nostro Paese al primo posto tra i paesi dell’Eurozona. Lo dice l’ultimo censimento Eurostat, secondo il quale l’Italia è in testa anche per numero di anziani (over 65) rispetto al numero di persone in età da lavoro (dai 15 ai 64 anni). Più di un terzo della popolazione nazionale (37,6 per cento) ha almeno 65 anni. Si tratta di 22,1 milioni di persone. E’ vero che in termini assoluti la Germania ne conta di più (poco più di 29 milioni), ma con una popolazione residente superiore a quella italiana di circa 25 milioni di persone.
L’invecchiamento della popolazione non è un trend soltanto italiano, ma un fenomeno comune a tutti i paesi europei (e non solo, Giappone e Stati Uniti per esempio). I dati demografici di Eurostat mostrano che al 1 gennaio 2022 l’età media nell’Unione Europea risulta aumentata di 2,5 anni (in media di 0,25 anni all’anno) rispetto ai 41,9 anni del 2012. Ne consegue che “la metà della popolazione” dell’Ue ha raggiunto i 44,4 anni, con il Portogallo in testa per maggiore aumento dell’età media (+4,7 anni), seguito da Spagna (+4,3), Grecia e Slovacchia (entrambi +4,1) e Italia (+4,0).
In aumento anche il dato sul numero di pensionati, che Eurostat identifica con “l’indice di dipendenza degli anziani dell’Ue”, definito come il rapporto tra il numero di anziani (di età pari o superiore a 65 anni) rispetto al numero di persone in età lavorativa (15-64 anni). Anche in questo caso, l’Italia si piazza al primo posto.
Il ruolo chiave degli over 65 nella ripresa post-Covid 19
Le ripercussioni economiche di questo trend demografico sono interessanti. Il think tank americano Brookings Institution riporta che la spesa degli over 65, a livello globale, potrebbe arrivare a circa 15.000 miliardi di dollari entro il 2030, dagli 8.700 miliardi di dollari del 2020.
Negli Stati Uniti, i ‘baby boomer’ (i nati tra il 1946 e il 1964) rappresentano circa il 22% della popolazione e possiedono il 53% della ricchezza del Paese. Per le sue dimensioni e per la sua relativa prosperità, questa fascia demografica – le cui abitudini di consumo sono sotto la lente delle grandi aziende – potrebbe rappresentare enormi opportunità d’investimento nei prossimi anni. Le sue abitudini di consumo si spalmano su quattro aree principali di spesa: benessere, trattamenti terapeutici, assistenza agli anziani e spese discrezionali o ‘silver spending’.
Il fenomeno della “longevity” che interessa le società sviluppate (in pieno benessere), con il miglioramento delle condizioni di salute anche in età avanzata, induce a ripensare il modello produttivo e l’organizzazione del lavoro. Molti 65enni o 70enni oggi vogliono continuare a lavorare e, se in buona salute, possono svolgere un ruolo importante nel mercato del lavoro. In Gran Bretagna, per esempio, molti over 65 sono rientrati nel mercato del lavoro richiamati dal sistema sanitario nazionale (NHS) a corto di lavoratori o con lo staff sotto pressione per la pandemia. Altri hanno scelto di farlo come volontari, per esempio nel settore dell’assistenza domiciliare a malati e anziani.
Stili di vita più sani e più attivi
L’obiettivo al quale quasi tutti puntano non è soltanto di vivere più a lungo, ma anche di poter godere di un periodo più lungo di vita in buona salute. Ne consegue che molti baby boomer stanno adottando stili di vita più sani. Il provider di servizi sanitari Nuffield Health ha scoperto che gli over 65 nel Regno Unito sono i più assidui frequentatori di palestre, e gli iscritti che si allenano con più regolarità sono quelli che hanno già compiuto 72 anni.
Tra le altre società che potrebbero beneficiare di questa fascia demografica sempre più attiva, a nostro avviso, figurano Planet Fitness e Basic Fit.
Le società sono sempre più consapevoli delle opportunità non sfruttate che presenta la clientela senior più attiva. Per esempio, nel 2019 Nike ha lanciato una nuova scarpa da running – la CruzrOne – specificamente studiata per chi corre a ritmo più lento, ma ci sono opportunità anche per le catene di abbigliamento sportivo, come Lululemon.
I baby boomer spendono molto, tra le altre cose, in integratori alimentari, prodotti per la pelle e cure odontoiatriche. Quindi si aprono opportunità per le società operanti in questo spazio, come il campione dell’igiene personale e dentale Colgate-Palmolive.
Trattamento e monitoraggio delle malattie
Il rischio di contrarre alcune malattie, associato ai crescenti tassi di obesità nella popolazione, fa aumentare il numero di persone affette da diverse patologie croniche – tra cui diabete, demenza senile e artrite – che devono essere gestite più a lungo. Sei adulti su dieci negli Stati Uniti soffrono di una malattia cronica, e quattro su dieci hanno due o più comorbidità.
Il trattamento di malattie croniche correlate all’età potrebbe gravare in modo sensibile sui sistemi sanitari di tutto il mondo e le società che si occupano di gestire queste sfide con soluzioni innovative potranno ottenere potenzialmente risultati migliori, sia per i pazienti che per i fornitori di servizi sanitari e per gli investitori.
AstraZeneca è stata oggetto di grande attenzione all’inizio della pandemia grazie allo sviluppo del suo vaccino contro il coronavirus, ma la società è in prima linea anche per il trattamento delle malattie croniche. I suoi risultati per il terzo trimestre hanno evidenziato un aumento dei ricavi del 32% – e ben il 21% di tale incremento esclude il vaccino per il Covid-19.
Crescente necessità di assistenza agli anziani
In conseguenza alla rapida espansione della quota di popolazione in età senile cresce anche la domanda di servizi di assistenza agli anziani, sia a livello domiciliare che in strutture dedicate.
Secondo Global Market Insights, il mercato dell’assistenza a lungo termine dovrebbe passare da un valore di 915 miliardi di dollari nel 2020 a 1.620 miliardi entro il 2027, in quanto le popolazioni invecchiano e le iniziative di sensibilizzazione dei governi – soprattutto negli Stati Uniti – promuovono il ricorso a servizi di assistenza a lungo termine.
Tra le società che potrebbero essere favorite da questo trend figura Amedisys, un fornitore di cure domiciliari che supporta i pazienti nel percorso di riabilitazione dopo un intervento/incidente, o nella gestione di una malattia cronica. La società si occupa anche di cure palliative nel fine vita.
Negli Stati Uniti, nei prossimi dieci anni compiranno 65 anni più di 10.000 persone ogni giorno. Questo apre una grande opportunità per le compagnie di assicurazione sanitaria. È emerso dalle ricerche condotte che, se queste società riusciranno a catturare annualmente solo l'1% di questa crescita di mercato, potrebbero registrare un incremento di fatturato annuo di 330 milioni di dollari.
La spesa per tempo libero, animali da compagnia e pianificazione finanziaria
Secondo un'indagine condotta dalla Federal Reserve prima della pandemia, negli Stati Uniti le persone di età compresa tra 65 e 74 anni in media sono la fascia di età con le maggiori disponibilità finanziarie. Nel Regno Unito, il 63% della ricchezza si concentra nelle mani degli ultracinquantacinquenni.
Le spese discrezionali di questa fascia di età sono piuttosto elevate e creano opportunità in molti settori, tra i quali le attività del tempo libero, i viaggi, i trattamenti estetici e molto altro.
Per esempio, prima della pandemia, si prevedeva che la spesa per i viaggi dei baby boomer avrebbe superato di almeno il 50% quella della Generazione X o dei Millennial.
Una delle società che ci sembrano interessanti in questo spazio è Brunswick, azienda costruttrice di imbarcazioni da diporto. L'età media degli acquirenti di motoscafi nuovi da diversi anni è sempre over 50, anche se, dall'inizio della pandemia, il settore ha visto crescere anche il numero degli acquirenti più giovani.
Molti anziani poi scelgono di adottare un animale da compagnia – negli USA, nel 2019 il 55% degli adulti tra i 50 e gli 80 anni di età possedeva un “pet”. Complessivamente, la spesa delle famiglie americane per gli animali domestici nel 2020 ha superato i 100 miliardi di dollari, e si prevede un ulteriore aumento. Zoetis, azienda specializzata nella salute animale, è una delle società del settore con un potenziale di crescita a lungo termine.
Se l'economia della longevità riguarda le spese di persone di qualsiasi età, il potere d'acquisto della generazione più vecchia – unito alla maggiore disponibilità di tempo libero e alla crescente necessità di servizi sanitari – è indubbiamente significativo. Con l’ultimo dei baby boomer che compirà 65 anni entro il 2030, crediamo che questo sia un momento cruciale, che prelude a numerose potenziali opportunità di crescita nei prossimi anni.
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