Azionario: dopo gli utili, l’attenzione torna sui tassi

  • 10 Marzo 2023 (3 min di lettura)

Archiviati i timori di una recessione, il focus del mercato si è spostato dalle aspettative sul raggiungimento del picco dei rialzi a quelle per un proseguimento della stretta monetaria, con un leggero peggioramento del sentiment. Gli utili societari, che si sono rivelati piuttosto positivi, hanno contribuito al rialzo di febbraio. Tuttavia, nelle prossime settimane potrebbe venire a mancare questo significativo supporto del mercato.

I mercati azionari europei hanno proseguito il rialzo a febbraio, ma in modo decisamente più modesto rispetto al rally d’inizio anno. Eppure questa performance è in qualche modo sorprendente se consideriamo una serie di venti contrari, come un ulteriore aumento dei tassi d’interesse, un'inflazione ancora molto alta e tensioni in aumento tra Cina e Stati Uniti.

Gli investitori hanno concentrato maggiormente la loro attenzione sulle pubblicazioni degli utili societari, che sono stati piuttosto positivi e hanno portato a revisioni al rialzo significative dell'utile per azione (EPS) per alcuni settori, come quello bancario e dei viaggi/tempo libero. Gli istituti bancari dovrebbero vedere aumentare i propri margini d’interesse grazie al fatto che il costo del denaro continuerà ad aumentare.

 

Dati macro superano il consensus degli analisti

Le previsioni di crescita per l’Unione Europea sono state riviste al rialzo dalla Commissione Europea a +0,9%, principalmente grazie al calo dei prezzi dell'energia e ad una domanda resiliente.

I dati macro indicano che l’Europa dovrebbe superare il rischio di una recessione, come invece si temeva qualche mese fa. Il multiplo di valutazione del mercato si è compresso ed è sceso sotto la media, quindi anche se i tassi salgono restiamo al di sotto della media di lungo periodo. Per il momento le revisioni al ribasso degli utili non sono arrivate, perché il quadro economico è migliorato.

Tuttavia, archiviata la stagione degli utili, il mercato azionario potrebbe perdere un supporto significativo. Certamente la ripresa economica post-Covid in Cina dovrebbe sostenere la crescita globale, ma l'inflazione e i dati economici indicano tassi più elevati a lungo termine.

Il mercato del lavoro rimane tirato per ragioni cicliche e strutturali che potrebbero portare ad una maggiore pressione sui margini aziendali che sono rimasti su livelli storicamente elevati. Le banche centrali hanno già annunciato la volontà di proseguire la stretta monetaria per riportare l'inflazione su livelli più vicini al target del 2%, e questo dovrebbe pesare in ultima analisi sulla crescita. Questo quadro resta positivo per le banche, che possono salire ulteriormente. Dato il peso del settore bancario a Piazza Affari, è possibile che il mercato italiano metta ancora a segno buone performance se i tassi salgono.

 

Timori su un inasprimento della politica monetaria

La possibilità di politiche monetarie potenzialmente più aggressive da parte delle banche centrali rischia di pesare sull’azionario. Bisognerà capire se il rialzo dei tassi da qui a fine anno porterà a una recessione, o a un significativo rallentamento dell’economia, e già si vedono alcuni segnali, come il rallentamento delle richieste di credito o certa pressione sui margini aziendali per il rincaro della manodopera.

Per le prossime settimane ci aspettiamo quindi mercati più volatili e crediamo sia importante mantenere una buona diversificazione del portafoglio. Rimaniamo fedeli alla nostra strategia d’investimento concentrandoci su società che combinano una struttura finanziaria solida con la capacità di aggiustamento dei prezzi, visibilità e prospettive di crescita attraverso l’esposizione a tematiche di lungo termine. Forse è presto per essere veramente negativi, ma è il momento di usare cautela.

 

Piazza Affari avanza, ma il rialzo è più modesto rispetto a inizio anno

Il DJ Eurostoxx dividendi reinvestiti ha guadagnato l’1,92% a febbraio, spinto principalmente dai settori dell’industria e della finanza che hanno beneficiato del miglioramento delle stime di crescita e, nel caso della finanza, della prospettiva di tassi più elevati. Al contrario, il settore immobiliare ha perso sotto l’effetto dell’inasprimento della stretta monetaria.                                                                                       

A Piazza Affari, il Ftse Italia All Share NT è salito del 3,33%, trainato principalmente da banche e auto dopo gli ottimi risultati di Stellantis, mentre le utilities hanno sofferto il rialzo dei tassi e il settore energetico in particolare è stato penalizzato dopo gli annunci di Eni relativi a investimenti ben al di sopra delle attese. Anche questo mese le small cap hanno continuato a sottoperformare, come l'indice Star, salito solo dell'1,88%. Guardando al lato positivo, questa sottoperformance delle small rispetto alle large cap è durata così tanto che crediamo che la fine debba essere vicina.

 

Sulla performance di AXA WF Italy Equity pesano ancora le small cap

In questo contesto, il nostro fondo AXA WF Italy Equity ha messo a segno un progresso dell’1,44% per la Classe d’Azioni A EUR1 , senza tuttavia riuscire a eguagliare la performance del mercato. Questo si spiega in parte per il suo status di fondo PIR che richiede una componente significativa di small cap in portafoglio, e in parte anche per il ribasso delle utilities, come Enel, Terna, o ancora Erg, penalizzate dall’aumento dei tassi.

Del resto, l’assenza di esposizione a certi titoli, come Ferrari, o Unicredit, pesa ancora sulla nostra performance. Se per Ferrari abbiamo preso in considerazione la possibilità di riposizionarci cogliendo l’occasione di un ribasso, non è questo il caso di Unicredit del quale continuiamo a non apprezzare la strategia puramente finanziaria.

Restiamo positivi sui bancari e riteniamo che al momento il mercato sottovaluti ancora l’impatto del rialzo dei tassi sul settore finanziario. A febbraio abbiamo aumentato il peso di BPER e abbiamo aperto una piccola posizione su Banca Popolare Milano, dopo un incontro con il management che ci ha assicurato che non saranno fatte acquisizioni di banche di larghe dimensioni.

 

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