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Guerra, rincaro energia, inflazione: come muoversi?


Il conflitto in Ucraina ha fatto schizzare i prezzi dell’energia. Le materie prime continuano il rally, ma non è soltanto il comparto energia, corrono anche agricoltura, soft commodities e industriali. Ci aspettiamo un ulteriore aumento dell’inflazione e una riduzione della crescita dell’economia. In questo scenario, le obbligazioni indicizzate all’inflazione con breve duration, che hanno più correlazione all’inflazione e meno ai tassi, possono aiutare a proteggere il portafoglio dall’erosione del valore reale degli investimenti e dal rischio tassi.

Con la guerra in Ucraina, due elementi nuovi sono entrati in scena nel contesto macroeconomico: una marcata riduzione delle stime di crescita del Pil globale e un marcato aumento delle stime sull’inflazione.

Anche ad AXA IM ci aspettiamo che i prezzi dell’energia facciano aumentare l’inflazione. Per il 2022 il consensus la vede in media annua tra il 5% e poco oltre negli Stati Uniti e tra il 4% e poco oltre in Europa. E se la spinta inflazionistica sta avendo un effetto negativo sulla crescita, per il momento non c’è il rischio di stagflazione, incubo dei mercati, che si materializzerebbe in presenza di un alto livello di disoccupazione (che al momento non c’è in Europa e tanto meno negli Stati Uniti).

L’inflazione, come si vede dal grafico, è ai livelli più alti dagli anni ’80. Dopo oltre dieci anni di inflazione bassa e stabile, l’aumento dei prezzi al consumo nel 2021 ha preso molti investitori di sorpresa.

Fonte: Refinitiv Datastream, 2 marzo 2022. A solo scopo illustrativo.

 

Quanto sono esposti al gas russo i paesi europei?

La mappa qui sotto mostra la dipendenza dei paesi europei dal gas naturale nel 2020: non si tratta di una situazione eterogenea. Ci sono paesi, come la Finlandia, la Germania e l’Italia che dipendono maggiormente dalle importazioni di gas dalla Russia e che quindi sono maggiormente esposti nell’ipotesi di una riduzione delle importazioni.

Fonte: AXA IM, Bloomberg, Eurostat, Statista.

Le sanzioni sulla Russia, inoltre, possono trasformarsi in un boomerang per alcuni paesi europei (come l’Italia) più di altri, che non ne sentirebbero l’impatto.

 

Quale impatto della crisi sui mercati?

Sui mercati in questi giorni ha dominato l’incertezza. Come si svilupperà il conflitto tra Russia e Ucraina, quali conseguenze avrà e quale sarà l’impatto per i portafogli, sono le domande che si fanno oggi gli investitori. In tale contesto risulta difficile prendere decisioni razionali. Tuttavia, è fondamentale evitare il panico e aspettare di vedere come si evolve la situazione.

“Le sanzioni imposte alla Russia dalla comunità internazionale renderanno difficili i pagamenti e il commercio con entità russe e avranno un impatto serio sul debito del paese,” spiega Chris Iggo, Chief Investment Officer, Core Investments, di AXA IM. “C’è il rischio che da questa situazione scaturiscano conseguenze potenzialmente imprevedibili”.

“Quel che sappiamo è che i prezzi dell’energia sono saliti ancora, che l’inflazione aumenterà ulteriormente e che questo sarà negativo per la crescita economica, specialmente in Europa”, continua il CIO di AXA IM. “Questo deterioramento nella crescita e nell’outlook dell’inflazione richiede premi per il rischio più elevati nei mercati dell’equity e del credito, e lo abbiamo già visto”.

 

Rally delle materie prime

Come si vede nel grafico, le materie prime continuano il rally, ma non soltanto il comparto energia: corrono anche agricoltura, soft commodities e industriali.

Fonte: Bloomberg (dati riferiti all’indice Global Commodity elaborato da Bloomberg).

“Sui mercati abbiamo visto un altissimo livello d’incertezza, con molti flussi in entrata e in uscita”, dice Alessandro Tentori, Chief Investment Officer di AXA IM Italia. “Ci sono stati flussi positivi sull’equity americano, che anche quest’anno potrebbe farla da padrone”, aggiunge, dal momento che le società europee saranno con probabilità maggiormente colpite dalla guerra in atto, rispetto a quelle americane.

“Sul mercato del reddito fisso siamo partiti molto male, quasi -4% sull’indice Global Aggregate1 , con i Treasury americani decennali che hanno sfiorato il 2%”, commenta Tentori. “Nelle ultime settimane invece ci sono stati grandi flussi di copertura e performance positive sia sul mercato obbligazionario nominale, ma anche e maggiormente sul mercato inflation-linked.”

In questo momento le obbligazioni inflation-linked sono un ottimo strumento di diversificazione del portafoglio. “Tutto quello che è legato all’inflazione in questo momento di altissima incertezza, di volatilità e d’inflazione galoppante rappresenta un’ottima copertura, quasi come l’oro”, nota Tentori.

 

Quale impatto della crisi sulla politica monetaria?

Una delle cose più importanti da considerare è la reazione delle banche centrali. “In un simile contesto – nota Tentori – potrebbero essere meno aggressive nella politica monetaria”. Ma c’è parecchia incertezza circa l’outlook dei tassi nel breve termine, visto il deterioramento delle prospettive sull’inflazione. E c’è incertezza anche per gli utili societari, particolarmente per le aziende europee.


Come muoversi in questo contesto di mercato?

Le obbligazioni a breve scadenza indicizzate all’inflazione possono contribuire a proteggere il portafoglio dall’erosione del valore reale degli investimenti e dai movimenti dei tassi d’interesse.  

La nostra strategia preferita per questo momento, AXA WF Global Inflation Short Duration Bonds, unisce due aspetti: catturare l’inflazione senza detenere però emissioni con lunghe scadenze, quindi “focalizzandosi solo sulla parte breve della curva dei linkers, senza avere troppa esposizione sulla duration”, spiega Ana Otalvaro, Fixed Income portfolio manager di AXA IM.

“Quando investiamo in obbligazioni con scadenze brevi abbiamo più correlazione all’inflazione e meno ai tassi”, argomenta Otalvaro. “Se estendiamo la scadenza, le obbligazioni indicizzate all’inflazione si comportano più come quelle nominali, quindi hanno maggior correlazione a quelle nominali e meno al petrolio”.

In questo momento, continua Otalvaro, “la nostra preferenza va alle obbligazioni con breve duration, da uno a tre anni e fino a cinque anni, perché beneficeranno di un’inflazione molto elevata”. Non solo, se le banche centrali dovessero diminuire gli stimoli in modo aggressivo, queste obbligazioni sarebbero “meno impattate da un aumento del tasso nominale, grazie alla bassa correlazione”.

Il grafico mostra la correlazione tra le obbligazioni inflation-linked, il petrolio e le obbligazioni nominali: si vede come al ridursi della duration, aumenti la correlazione con il petrolio, e quindi in seconda istanza con l’inflazione realizzata, e diminuisca invece quella con il tasso nominale.

La performance passata non è indicativa di risultati o trend futuri.

Fonte: AXA IM, Bloomberg al 31/01/2022. A solo scopo illustrativo.

 

Performance del mercato inflation-linked

Anche prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia eravamo in uno scenario di inflazione elevata. Il grafico mostra la performance del mercato inflation-linked fino al 18 febbraio 2022.

Fonte: AXA IM, Bloomberg al 1 marzo 2022.

“Nel complesso, abbiamo visto un flusso importante sulle obbligazioni inflation-linked, non soltanto per il movimento risk off scatenato dalla guerra, di cui hanno beneficiato i titoli obbligazionari, ma anche perché ci aspettiamo che il conflitto farà aumentare ulteriormente l’inflazione per il rincaro dei prezzi dell’energia”, dice Otalvaro.

 

Perché investire in AXA WF Global Inflation Short Duration Bonds?

AXA WF Global Inflation Short Duration Bonds è un fondo obbligazionario globale che mira a cogliere opportunità nel mercato Inflation-linked diversificando tra regioni geografiche e scadenze. Investe principalmente in obbligazioni governative dei paesi sviluppati a breve termine e tasso variabile con copertura del rischio di cambio.

Ecco tre motivi per investire nella strategia in un contesto come l’attuale:

  1. Inflazione in aumento alla base del rendimento. AXA WF Global Inflation Short Duration  Bonds ha generato una performance consistente negli ultimi mesi2 e l'inflazione in aumento è alla base del rendimento del fondo.
  2. Soluzione alternativa al cash. AXA WF Global Inflation Short Duration Bonds è un fondo che investe in titoli governativi dei paesi sviluppati, e può essere un’alternativa alle giacenze di liquidità accantonate sui conti correnti, aiutando a proteggerle dall’erosione del potere d’acquisto dovuta all’inflazione.
  3. Liquidità. Ogni anno il 20% delle obbligazioni va a scadenza, fornendo liquidità al fondo e permettendo di cogliere le opportunità di una fase di rialzo dei tassi. 

Dal lancio, AXA WF Global Inflation Short Duration ha messo a segno una performance netta cumulativa del 20,7%, con una volatilità annualizzata dell’1,47% per la Classe d’Azioni I USD2 .

La performance passata non è indicativa dei risultati futuri.

Fonte: AXA IM/UBS Delta Paris al 28/02/2022. Nessuna garanzia di profitto, né di non incorrere in perdite sostanziali. Data del primo NAV del portafoglio: 16/02/2016. Il fondo segue il benchmark di riferimento Barclays Capital World Government Inflation-Linked 1-5 yr Bond  Hedged USD Index. Il fondo è stato lanciato il 16/02/2016. L’analisi di performance è una stima di performance relativa basata su dati non certificati forniti da UBS Delta. Il grafico include la performance netta e lorda.

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    Rischi principali

    Vi sono rischi inerenti a qualsiasi tipo d'investimento, compreso quello in AXA WF Global Inflation Short Duration Bonds:

    Rischio di credito: in caso d'inadempienza o declassamento del rating di uno o più emittenti, il valore dell'obbligazione diminuirebbe, provocando una diminuzione del NAV.

    Rischio di liquidità: rischio di affrontare difficoltà nell'acquistare o vendere gli attivi del comparto.

    Rischio di controparte: rischio di default (insolvenza, bancarotta) di una delle controparti che comporterebbe un mancato pagamento o una mancata consegna.

    Impatto dell’uso di tecniche, come ad esempio gli strumenti derivati: alcune strategie di gestione comportano rischi specifici, come il rischio di liquidità, il rischio di credito, il rischio di controparte, il rischio di valutazione, il rischio legale, il rischio operativo e i rischi associati agli attivi sottostanti.

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