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Demografia

Il pensionato lavoratore: sempre più anziani non si fermano

INTRODUZIONE
I pensionati che continuano a lavorare sono in aumento. Il fenomeno non riguarda solo l’Italia. Accade anche in altri paesi, come gli Stati Uniti o il Regno Unito e il motivo principale sembra essere la necessità economica.

Accade un po’ ovunque nel mondo occidentale e in parallelo con l’aumento del costo della vita. Sempre più pensionati tornano nel mondo del lavoro e non sempre si tratta di una scelta. Più spesso – come vedremo, per esempio, negli Stati Uniti – lavoratori anziani non hanno scelta se non quella di non fermarsi per riuscire a pagare tutte le spese.

Ma partiamo dall’Italia, dove un’indagine Istat rivela che l’età media dei pensionati da lavoro che dichiarano di essere occupati – uomini nel 78,4% dei casi – supera i 69 anni.

Fonte: OECD.


Aumentano i pensionati italiani che lavorano

In media, scrive l’Istat nel Report “Condizioni di vita dei pensionati” per l’anno 2021, “i pensionati da lavoro che percepiscono anche un reddito da lavoro sono 444 mila, in deciso aumento rispetto al 2020 (+13,3%)”.

E ancora: “L’età media dei pensionati che lavorano è progressivamente cresciuta: nel 2021 il 78,6% ha almeno 65 anni (77,4% nel 2019) e il 45,4% ne ha almeno 70 (41,8% nel 2019); proprio al segmento più anziano si deve buona parte dell’incremento osservato nel 2021 rispetto all’anno precedente (+15,7%).”

In Italia i pensionati lavoratori appartengono soprattutto alle fasce più abbienti, che lavorano nei servizi e nel commercio, con un titolo di studio medio-basso. L’aspetto interessante è che sono spesso il punto di riferimento finanziario delle loro famiglie. Non smettono di lavorare anche per dare una mano alle giovani generazioni, per le quali il momento dell’indipendenza viene sempre più rinviato.


Il caso degli Stati Uniti

Anche negli Stati Uniti la popolazione sta invecchiando, ma il tasso di partecipazione alla forza lavoro dei più anziani è in aumento. Tuttavia, qui sono soprattutto le persone meno abbienti, con un reddito medio basso e appartenenti a minoranze etniche quelle che quando raggiungono l’età della pensione non riescono a lasciare il lavoro, secondo rilevazioni dell’Economic Policy Institute, un think tank indipendente e non-profit.

Non si tratta di una scelta di vita, ma del fatto che questi lavoratori anziani non possono permettersi di andare in pensione in quanto non sono nelle condizioni finanziarie per poter smettere di lavorare.

Non è difficile immaginare come la corsa dell’inflazione degli ultimi anni e la conseguente perdita di potere d’acquisto di fasce della popolazione con reddito medio-basso abbiano amplificato il problema.

Sempre secondo l’EPI – che ha sviluppato una dettagliata ricerca sul tema –  questi lavoratori anziani sono spesso costretti ad accettare bassi salari e condizioni lavorative poco favorevoli data la mancanza di potere contrattuale in cui si trovano.

L’attuale sistema pensionistico americano non sarebbe in grado, secondo il think tank, di garantire il diritto alla pensione dei lavoratori meno qualificati che sempre più restano intrappolati in un circolo vizioso: lavori mal pagati portano a insicurezza nel pensionamento, e tale insicurezza costringe ad accettare lavori mal pagati. Per molti di questi “mancati” pensionati lavorare più a lungo non implica, necessariamente, che il problema della povertà una volta pensionati sia risolto e allora non resta che l’opzione degli aiuti di Stato.


Il caso del Regno Unito

Anche nel Regno Unito si lavora sempre più a lungo, se è vero che l’anno scorso erano 1 milione e 370mila gli over 65 parte della forza lavoro, secondo l’Office for National Statistics (ONS). Circa 835mila in più rispetto al 2004.

L’aspettativa di vita è più lunga e il costo della vita è aumentato enormemente anche in Gran Bretagna. Di conseguenza molti (se la salute lo permette) scelgono di continuare a lavorare.

Tuttavia, il Trades Union Congress – una federazione di sindacati rappresentanti lavoratori in Inghilterra e Galles – nota che circa la metà dei 60-64enni sono economicamente attivi e quasi mezzo milione (uno in otto lavoratori) lascia il lavoro cinque anni prima dell’età della pensione a causa di disabilità o malattia.


Investire in PAC pensando alla pensione

Ci sono strumenti d’investimento, come i PAC o i fondi pensione, che possono aiutare a raggiungere una migliore stabilità finanziaria, consentendo al lavoratore che raggiunge l’età della pensione di smettere di lavorare pur continuando a rappresentare un aiuto finanziario per la sua famiglia.

I PAC (Piano di accumulo di capitale) rappresentano una forma di risparmio che consente di far fruttare un capitale (anche piccolo) nel medio-lungo periodo. E’ un investimento “a rate” in fondi comuni o ETF, quindi diluito in tanti versamenti a scadenze prefissate (per esempio mensili o trimestrali).

Sono indicati in particolare per que risparmiatori che, a fine mese, riescono a mettere da parte solo piccole somme, una specie di “salvadanaio” dove accantonare poco a poco i propri risparmi.

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